08/06/13

Disciplina della garanzia per vizi (1490)



Distinta dalla garanzia per mancanza di qualità:
2 vizi:  inidonea all’uso; diminuzione in modo apprezzabile del valore (bisogna farlo notare subito).
Alcuni beni difficilmente sono inidonei all’uso (es: divano). Questa garanzia copre i vizi Occulti, quindi difficilmente riconoscibili (1491).
Esclusa se il compratore conosceva i vizi o se erano facilmente riconoscibili, salvo se il venditore dichiara che sono esenti da rischi. I vizi apparenti, delle cose trasportate, con il compratore che non ha potuto osservare prima, sono coperti da garanzia.
Il compratore ha l’onere di controllare la merce.
Tra gli imprenditori e commercianti, l’onere di diligenza sarà maggiore rispetto ai consumatori.
La garanzia può essere esclusa o limitata (1490, comma 2), non ha effetto l’esclusione se il venditore ha taciuto in malafede i vizi dell’oggetto.

Se il compratore si accorge che il bene è viziato può fare : 
1) richiesta risoluzione contratto; 
2) richiesta riduzione prezzo; 
3) richiesta risarcimento danni. (regolato da 1492).

La prima viene chiamata azione redibitoria: rimborso prezzo pagato e spese sostenute. A volte non si può chiedere la risoluzione se vi sono gli usi che lo escludono. La scelta di una delle due è irrevocabile dopo la domanda giudiziale. Se la cosa è perita per i vizi, si può chiedere risoluzione del contratto. Se è perita per i vizi, si può chiedere la risoluzione del contratto.
Se è perita per caso fortuito o per colpa del compratore, vi è solo l’azione estimatoria. Nel caso la cosa non sia perita, il compratore deve restituire la cosa dopo il risarcimento.
In ogni caso, il venditore è tenuto verso il compratore al risarcimento del danno a meno che non provi che non conosceva i vizi.

15/01/13

Altre forme di mercato (sintesi): Oligopolio, Concorrenza Monopolistica, Monopolio Naturale




Abbiamo visto il monopolio e la concorrenza perfetta. Fra i due estremi vi sono altre forme di mercato che ora andremo ad accennare.

OLIGOPOLIO

Le caratteristiche principali dell’oligopolio sono:

  • Pochi produttori
  • Forte interdipendenza tra le imprese
  • Competizione basata su: innovazione, pubblicità, servizi

CONCORRENZA MONOPOLISTICA

Si basa sulla differenzazione dei prodotti: un’azienda può produrre un prodotto della stessa categoria ma differente.
Ad esempio: Apple produce l’Iphone. Nessuno può produrre uno smartphone uguale (per viadei marchi di fabbrica), quindi Apple ha un potere di monopolio sull’Iphone. I competitors (Samsung) dovranno quindi sviluppare un prodotto simile, differenziandolo nella forma, caratteristiche, applicazioni etc etc.

Le caratteristiche principali della concorrenza monopolistica quindi sono:

  • Offerta atomistica
  • Sostituibilità del prodotto è minore della concorrenza
  • Elevata differenziazione

Oligopolio e concorrenza monopolistica sono in ogni caso abbastanza simili fra loro.

MONOPOLIO NATURALE

I rendimenti di scala sono crescenti, ovvero i costi di produzione diminuiscono se aumenta la scala. Il problema è che per entrare nel mercato sono necessarie ingenti quantità di denaro, quindi di fatto non ci sarà mai nessuno disposto a spendere tali somme. In questo caso siamo di fronte a ciò che viene definito un Monopolio Naturale (pensiamo a FS, Enel, l’acqua, i trasporti pubblici nelle città etc).
Sorge però un problema:

  • Se l’azienda pone P = MC la q* è efficiente ma non copre i costi fissi
  • Se l’azienda pone P = AC la q non è efficiente ma copre i costi fissi

La soluzione è tenere P = MC e i costi non coperti vengono sussidiati dal comune (provincia, regione, stato).

Indice di Lerner e Mark Up



In Monopolio sappiamo che RM = MC, quindi ∂r/∂y = ∂C/∂y con y = produzione.

I ricavi sono r = py. Calcolando il differenziale rispetto a y avremo che:

∂r/∂y = 1p + y(∂p/∂y) ovvero ∂r/∂y =   p[1 + (y/p)(∂p/∂y)]

Essendo poi ε(y) = (p/y)(∂y/∂p), ovvero 1/ε(y) = (y/p)(∂p/∂y), si ha:

∂r/∂y = p [1 + 1/ε(y)]

Ricordo che la massimizzazione del profitto in regime di Monopolio è: RM = MC quindi p [1 + 1/ε(y)] = MC.

Se notate, quando l’elasticità tende ad infinito (quindi 1/ε(y) tende a zero) MC = P (prezzo), ovvero è dimostrata l’equivalenza della massimizzazione del profitto in regime di Concorrenza.


Sviluppando p [1 + 1/ε(y)] = MC si arriva, in pochi semplici passaggi, alla forma:

P – MC = -P/ε(y) ovvero (P-MC)/P = - 1/ε(y) = L

Questo è l’Indice di Lerner, il quale indica il potere di mercato di un’impresa.


Considerando che ε(y) per definizione è sempre negativa, abbiamo che:

P [1 - 1/|ε(y)|] = MC ovvero P = MC/(1-1/|ε(y)|). La quantità fra parentesi è definita Mark Up.

Il prezzo nel Monopolio è un Mark Up sul costo marginale MC.

Se ε<1 --="--"> inelastica. Essendo 1<1 font="font" il="il" marginale="marginale" ricavo="ricavo" rm="rm">il monopolista qui non può produrre.
Se 1<ε --> elastica.  essendo 1/ε<1 il="il" marginale="marginale" ricavo="ricavo" rm="rm">0: il monopolista qui può produrre.




La Massimizzazione del profitto in regime di Monopolio




Caratteristiche in sintesi del monopolio:

  • Offerta monopolita
  • Domanda atomistica
  • Non sostituibile
  • Forti barriere d’ingresso
  • Lo scopo è massimizzare il profitto

Per massimizzare il profitto, vi sono due condizioni:

1)     Condizione di primo ordine: r’(q) = c’(q) ovvero il ricavo marginale è uguale al costo marginale
2)     Condizione di secondo ordine: c’’(q) > r’’(q), ovvero l’inclinazione della curva del costo marginale è maggiore dell’inclinazione della curva di ricavo marginale.



In monopolio la quantità prodotta qm è minore mentre il prezzo pm è maggiore rispetto a qc e pc (quantità e prezzo in concorrenza).


L’area ABC è la perdita secca di monopolio, ovvero la perdita di benessere nel monopolio in seguito alla riduzione della quantità prodotta e al prezzo maggiore.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails