29/11/09

Organizzazione e Personale: correnti di pensiero: Taylorismo, scuola comportamentale, scienze management, contingency, organizzazione e mercati

L'organizzazione non è sempre rimasta tale ma si è evoluta nel tempo. Le principali correnti di pensiero sono:
  • Taylorismo;
  • Scuola Comportamentale;
  • Indirizzo delle Scienze del Management;
  • Approccio Sistemico o Contingency;
  • Modello Organizzazione e Mercati.
Wikipedia offre una spiegazione molto esaustiva sull'argomento, quindi per quanto riguarda Taylorismo e Scienze del Management copierò semplicemente quello scritto lì.


Il Taylorismo è una tipo di organizzazione d'azienda che è discusso nel libro L'organizzazione scientifica del lavoro (The Principles of Scientific Management) che è una monografia scritta da Frederick Taylor nel 1911.

La monografia è formata da tre sezioni:
I Introduzione
II Fondamenti
III Principi
Introduzione [modifica]
Nell'Introduzione (che si rifà a una frase del presidente Roosevelt) Taylor spiega che il paese americano soffre a causa dell'inefficienza in quasi tutte le attività quotidiane degli americani. Taylor tenta di convincere che il rimedio a questa inefficienza non sta nella ricerca di talenti straordinari, ma nell'organizzazione sistematica, che lui ritiene si tratti di una vera scienza basata su leggi precise, tanto che sono applicabili in tutte le attività umane (case, fattoria, piccole grandi imprese, chiese, organizzazione filantropiche, università e organi del governo), dall'individuo alle grandi imprese, con risultati sbalorditivi. L'opera originariamente era stata preparata per essere presentata alla società americana degli ingegneri meccanici, ma le immagini sembravano appellarsi a chiunque lavorasse in fabbriche o industrie.
Fondamenti [modifica]
Nei Fondamenti Taylor sostiene che il principale obiettivo dell'organizzazione dovrebbe essere assicurare la massima prosperità ai dirigenti, che si collega alla massima prosperità ai dipendenti, e ciò può avvenire solo come risultato di una produttività massima. Taylor sostiene che il principale obiettivo sia l'addestramento di ogni lavoratore così che possa svolgere al meglio il lavoro a cui le sue abilità naturali danno accesso[1]. Taylor scrive nel periodo in cui le industrie stavano creando grossi problemi di gestione e inefficienza dei lavoratori, a cui lui da tre spiegazioni:
la convinzione luddista, presente da tempo immemore, che lo aumento di produttività di ogni uomo o macchina comporti il licenziamento di un gran numero di lavoratori;
la convinzione (allora comune) che il lavoratore potesse trascurare il suo lavoro per tutelare da solo i propri interessi;
l'inefficienza dei metodi di lavoro empirici (basati sull'esperienza pratica) diffusi nelle ditte che facevano sprecare al lavoratore gran parte dei suoi sforzi.
Taylor sostiene (ingenuamente) che il calo di prezzo di ogni articolo di uso comune sia la conseguenza quasi immediata di un largo incremento della sua domanda, in contrasto con chi pensa che l’aumento di produzione comporti licenziamenti (secondo Taylor se i prezzi sono bassi il mercato è in grado di assorbire la produzione senza bisogno di licenziamenti). Quanto all'atteggiamento lavativo dei lavoratori Taylor elenca alcune citazioni sperando che diano una spiegazione esauriente. Taylor sostiene che la sostituzione di metodologie tratte dall'esperienza con metodologie scientifiche arrecheranno benefici a proprietari e dipendenti.
Principi [modifica]
Nei Principi Taylor elenca quattro punti per l'organizzazione:
Sostituzione dell'empirico con uno studio scientifico dei compiti;
Selezionare e quindi formare e sviluppare il lavoratore, mentre prima il lavoratore sceglieva la propria mansione e la imparava come meglio poteva;
Fornire istruzioni dettagliate e una supervisione del rendimento dello specifico compito del lavoratore;
Dividere il lavoro quasi equamente tra dirigenti e lavoratori, cosicché i dirigenti applichino i principi dell'organizzazione scientifica nella pianificazione del lavoro e i lavoratori svolgano di fatto il compito.
Secondo Taylor, tale combinazione di iniziativa del lavoratore, in combinazione con il nuovo tipo di lavoro svolto dalla gestione, rende la gestione scientifica molto più efficiente rispetto ai piani. Mentre con il sistema basato sull'iniziativa e gli incentivi dei lavoratori i primi tre punti sono presenti in misura minore, con l'organizzazione scientifica essi diventano la vera essenza dell'intero sistema; mentre con il quarto punto, il problema passa dall'essere tutto sulle spalle dei lavoratori all'essere le Metà sulle spalle dei dirigenti.


SCUOLA COMPORTAMENTALE

Sviluppata a partire dal 1930 circa, introduce i concetti propri delle Scienza del Comportamento, psicologia e sociologia in primis. Vede il dipendente come un uomo che ha sì una componente razionale, ma unita ad una che è invece emotiva e sociale.
Recentemente si è evoluta nelle cosiddette "Teorie Motivazionali", che vanno ancora in maniere più profonda ad occuparsi della componente emotiva dell'uomo.

SCIENZE DEL MANAGEMENT

Sviluppatasi fra gli anni '50 e 60', da un grande risalto al processo decisionale che si svolge in azienda cercando di renderlo più razionale possibile. Autore di punta è il Nobel per l'eonomia (1978) Herbert Simon:

Un contributo importante riguarda le ricerche sull'organizzazione industriale, dove ha sostenuto che l'organizzazione interna delle imprese e le decisioni sul business non sono conformi alle teorie neoclassiche sulle decisioni “razionali”. Simon ha scritto numerosi articoli sull'argomento concentrandosi sulla questione delle decisioni sotto l'ipotesi di comportamento nota come razionalità limitata.
“Comportamento razionale, in economia, significa che gli individui massimizzano la loro funzione di utilità sotto i vincoli dati (ovvero limiti di bilancio, scelte limitate...) ricercando il loro interesse personale. Il termine razionalità limitata indica la scelta razionale che tiene conto dei limiti cognitivi e conoscitivi. La razionalità limitata è un argomento centrale dell'economia comportamentale, riguardante i modi in cui il processo decisionale influenza le decisioni. Le teorie sulla razionalità limitata abbandonano alcuni assunti della teoria dell'utilità.
Simon decise che il modo migliore di studiare questi temi fosse attraverso modelli di simulazione. Perciò s'è interessato di intelligenza artificiale, interazione uomo-computer, principi di organizzazione di uomini e macchine, processi informativi, uso del computer per studiare problemi filosofici e sulle implicazioni sociali della tecnologia del computer. Alcune delle ricerche hanno riguardato il cambiamento tecnologico e i cambiamenti nel processo dell'informazione.

APPROCCIO SISTEMICO O CONTINGENCY

Tipico degli anni '70-'80, ma ancora oggi utilizzato, impiega concetti e strumenti di molte discipline, ed afferma che la scelta delle variabili organizzative deve concretizzarsi nella progettazione di un mix omogeneo di caratteri organizzativi e dotato di elevata flessibilità, ossia di saper mutare in base alle condizioni, e deve dipendere dal configurarsi di variabili extra organizzative, quali l'ambiente di riferimento, la variabili tecnologiche, umane e le strategie prescelte.


MODELLO ORGANIZZAZIONE E MERCATO

Sviluppatosi a partire dagli anni '80, la sua tesi di base è quella di valutare se economicamente eseguire alcuni processi all'interno dell'azienda (produzione, etc etc) oppure se ricorrere al mercato esterno, ad esempio con uno scambio. La valutazione viene quindi effettuata in base ai costi dell'organizzazione (soluzione interna) e quelli del mercato (soluzione esterna).
Questo modello differisce da quello precedente in quanto quando un'azienda decide di cambiare la propria organizzazione, valuta i costi del cambiamento e valuta poi se è vantaggioso oppure no. L'aspetto considerato qui è quello economico e non quello della coerenza con i fattori contingenti (strategia, tecnologia) tipico del modello Contingency.



Organizzazione e Personale: introduzione generale e all'organizzazione

INTRODUZIONE

L'organizzazione e personale è quel ramo dell'impresa che si occupa della risorsa lavoro: l'organizzazione suddividendo i compiti e coordinandoli con gli altri organi, il personale reclutando e gestendo (addestramento, valutazione etc etc) risorse umane.

L'ORGANIZZAZIONE

Organizzare un'azienda significa dare razionalità ed ordine all'operato della risorsa lavoro. Le variabili organizzative sono quell'insieme di elementi che costituiscono l'organizzazione, e si possono classificare in:
  • Struttura organizzativa: come dividere e coordinare i compiti;
  • Meccanismi operativi: chiariscono meglio il ruolo richiesto ai soggetti. Si suddividono in sistema di pianificazione e controllo di gestione, sistema informativo e sistema di gestione del personale;
  • Stile di direzione: il modello di comportamento che l'azienda si aspetta dai propri manager nei confronti di dipendenti e collaboratori;
  • Cultura aziendale: insieme di idee, valori e principi che dovrebbero essere comuni a tutti i dipendenti dell'azienda.

23/11/09

La finanza, parte 13: il mercato dei capitali, monetario, finanziario, nazionale e internazionale

IL MERCATO DEI CAPITALI

Il capitale monetario come fattore produttivo ha un proprio mercato, chiamato mercato dei capitali, il quale può variare in base al tipo di vincolo con il quale i fornitori vogliono legarsi all'impresa e alla durata del finanziamento.

MERCATO MONETARIO E MERCATO FINANZIARIO

Il mercato dei capitali può essere suddiviso in mercato monetario e mercato finanziario:
  • Il mercato monetario è caratterizzato da un vincolo a rischio limitato e riguarda principalmente il capitale a debito. Tipiche forme sono i finanziamenti a breve termine (apertura di credito in conto corrente per elasticità di casa oppure che hanno scadenza illimitata ma che vengono frequentemente movimentati) e il finanziamento a breve ciclo di utilizzo (prevedono il rimborso in un arco di tempo determinato);
  • Il mercato finanziario è caratterizzato dalla negoziazione di capitali con il vincolo del debito a media e lunga distanza e/o di capitali con il vincolo del pieno rischio. Le contrattazioni riguardanti azioni e obbligazioni avvengono nelle borse valori e sono denominate "mercato mobiliare".
Il mercato dei capitali si può osservare attraverso il mercato nazionale dei capitali e quello internazionale.

IL MERCATO NAZIONALE DEI CAPITALI

Esso è caratterizzato dalla presenza dei seguenti operatori:
  • Istituto di emissione, ovvero la Banca d'Italia, che è l'organo che attua le politiche monetarie deliberate a livello governativo attraverso vari interventi;
  • Banche di credito ordinario, che raccolgono fondi di beve scadenza e concedono prestiti di breve durata;
  • Società finanziarie, che concedono prestiti di varia natura;
  • Risparmiatori privati ed investitori istituzionali, che investono i propri soldi ad esempio acquistando titoli oppure con depositi presso gli istituti di credito;
  • Istituti di credito a medio-lungo termine, che raccolgono fondi di lunga scadenza e concedono prestiti di lunga durata;
  • Imprese, richiedendo finanziamenti ed investendo le proprie risorse;
  • Enti pubblici, che si rivolgono al mercato dei capitali per finanziare le proprie opere e spese attraverso prestiti ed emettendo titoli (b.o.t. c.t.z. etc etc).

Gli strumenti utilizzati dal mercato nazionale sono quindi finanziamenti a breve-medio e lungo termine e titoli di credito.

I MERCATI INTERNAZIONALI

essi sono caratterizzati dalla presenza di:
  • Governi;
  • Istituti di emissione dei vari paesi;
  • Istituti specializzati di credito internazionale;
  • Consorzi bancari;
  • Istituti nazionali di credito operanti sui mercati internazionali;
  • Imprese ed altri operatori.
Gli strumenti sono più o meno gli stessi del mercato nazionale, portati però in ambito internazionale.





21/11/09

La lenta ripresa e il pericolo di una nuova crisi dei mutui

Mentre qui il governo italiano continua a dire da mesi oramai che il peggio è passato e che ci aspetta una grande ripresa, dalle altri parti del mondo si cerca di essere il più cauti possibile.

Il presidente degli Usa Barack Obama, alla fine, ha ammesso quello che diversi economisti, spesso fuori dall'ufficialità, dicono da tempo: esiste il rischio di una ricaduta in recessione. O se si vuole, in maniera più politically corret: la ripresa potrebbe assumere le sembianze di una«W».


La ripresa c'è, è innegabile, il problema è che è "dopata" dai finanziamenti pubblici...la vera ripresa potrà dirsi arrivata solo quando ci sarà una crescita anche senza i finanziamenti pubblici.

Altro grave problema è il debito, che se per l'america è ancora sotto il Pil, la stessa cosa non si può dire per l'Italia, che anzi lo sta facendo crescere, mentre il Pil diminuisce drasticamente. il rischio è quello del fallimento totale.

Per quanto riguarda poi gli USA, ma un po' tutte le economia, il fattore più importante in gioco è forse il tasso di disoccupazione: 10,2% in ottobre, un dato molto preoccupante.
Disoccupazione alta vuol dire meno salari, meno salari uguale meno consumi (oltre ai problemi etici-sociale), oltre al fatto di non poter pagare i mutui, che ricordo è forse la causa principale che ha scatenato tutta la crisi che molto lentamente stiamo superando.

Il periodo natalizio sarà il banco di prova per i consumi, e quindi per una possibile ripresa anche senza gli aiuti statali.

Per concludere, cito solamente il problema del Credit Crunch, ovvero del fatto che le banche abbiano "chiuso il rubinetto" del credito verso le aziende, il che sta portando al fallimento di piccole e medie imprese, con conseguenze sulla disoccupazione e di tutto ciò che essa porterebbe.

La crisi è finita, la ripresa sta iniziando, ma si porta dietro il rischio di una nuova crisi: bisogna impedirlo.



La finanza, parte 12: il piano, il budget e il controllo finanziario

IL PIANO FINANZIARIO

La pianificazione e la programmazione finanziaria si occupano della determinazione preventiva della dinamica delle entrate e delle uscite monetarie-finanziare della gestione d'impresa e del successivo controllo.

Il piano finanziario si occupa delle entrate e delle uscite finanziaria nel medio termine, ed è caratterizzato da:
  1. Il piano degli investimenti, che si divide nel piano degli investimenti in capitale immobilizzato ed il piano degli investimenti in capitale circolante lordo;
  2. Il piano dei finanziamenti

Il piano degli investimenti in capitale immobilizzato, chiamato anche "capital budgeting" si articola nelle seguenti fasi:
  • Individuazione delle opportunità di investimento;
  • Classificazione degli investimenti in base ad un opportuno metodo;
  • Determinazione della soglia minima di accettazione;
  • Fissazione del tetto massimo di fondi spendibili in beni durevoli;
  • Individuazione degli investimenti da effettuare.
Il piano degli investimenti in capitale circolante lordo riguarda l'andamento temporale delle scorte di magazzino, dei crediti e della tesoreria
Il piano dei finanziamenti riguarda il reperimento dei mezzi finanziari occorrenti per poi realizzare ciò che il piano degli investimenti in programma.


IL BUDGET FINANZIARIO

Attivo nel primo anno del piano finanziario, si articola nel:
  • Programma finanziario;
  • Budget di tesoreria.
Il programma finanziario analizza gli impieghi di risorse finanziarie e le fonti di finanziamento che si prevede di attivare nell'esercizio successivo. Esso assume la forma di un prospetto delle fonti e degli impieghi riferito all'esercizio venturo.


Il budget di tesoreria comprende le previsioni riguardanti i flussi monetari in entrata e in uscita. Esso deve mettere in evidenza, attraverso numerosi metodi come il metodo del quadro settimanale o mensile dei movimenti di tesoreria o il metodo grafico:

  • Le entrate e le uscite monetarie globale dell'esercizio, il che permetterebbe di provvedere tempestivamente al reperimento di mezzi finanziari o all'investimento dell'eccedente in cassa;
  • Le entrate e le uscite monetarie nel breve periodo, al fine di tenere sotto controllo la dinamica temporale dei movimenti stessi.
IL CONTROLLO FINANZIARIO

Si attua in sintesi, attraverso:
  • Le autorizzazioni di spesa, che tendono a controllare che vengano effettuati soltanto gli investimenti precedentemente programmati;
  • L'analisi degli scostamenti tra i flussi monetari e finanziari rilevati ed i flussi previsti in sede di programmazione tende ad evidenziare le possibili cause che hanno creato i medesimi scostamenti.




La finanza, parte 11: gli equilibri di struttura finanziaria

Gli equilibri di struttura finanziaria che vengono perseguiti dall'area finanziaria si dividono in:
  • Equilibrio nelle fonti di finanziamento fra mezzi finanziari acquisiti con vincoli differenti (capitale a credito e capitale a pieno rischio per fare un esempio)
  • Equilibrio fra le varie categorie di investimenti (capitale circolante ed investimenti in immobilizzazioni);
  • Equilibrio fra fabbisogni e mezzi di copertura;

Il primo ha lo scopo di mantenere l'indipendenza finanziaria dell'azienda, tenendo sotto controllo il "quoziente di indipendenza finanziaria":
QIF = capitale a pieno rischio/capitale investito

Il secondo è collegato alla necessità di avere una certa liquidità disponibile, garantita da un'adeguata gestione di tesoreria che assicuri la necessaria liquidità, senza però tralasciare gli investimenti (ad esempio nella ricerca e sviluppo).

I terzo è invece il risultato delle scelte riguardanti la dinamica delle fonti di finanziamento e dei fabbisogni.


I possibili modi in cui può essere realizzato l'equilibrio fra investimenti e finanziamento sono molteplici; fra questi sono utilizzati:
  • L'impresa tende a far coincidere nel tempo l'ammontare dei finanziamenti e degli investimenti a breve termine, e di conseguenza anche l'ammontare dei finanziamenti e degli investimenti a medio e lungo termine;
  • Attraverso fonti a medio e lungo termine l'impresa tende anche a finanziare la parte immobilizzata presente negli investimenti in capitale circolante lordo;
  • Attraverso fonti a medio e lungo termine l'impresa tende a finanziare anche una parte di capitale circolante lordo eccedente la parte immobilizzata compresa nel medesimo.

In sintesi, l'impresa tende a realizzare l'equilibrio tra investimenti e fonti di finanziamento attraverso la copertura di fabbisogni elastici con finanziamenti correnti, e con finanziamenti a medio e lungo termine la copertura di fabbisogni rigidi (immobilizzazioni).

Se non ci si ritrova in una situazione del genere, l'impresa presenterà scompensi nella gestione finanziaria, e quindi avrà la necessita per esempio di reperire nuovi finanziamenti alla scadenza dei precedenti, per non dover smobilizzare una parte degli investimenti, e così via.



Rispetto ai precedenti, un equilibrio più globale è quello che occorre instaurare fra la redditività degli investimenti aziendali e l'onerosità dei mezzi di finanziamento acquisiti, che se concretizzato, permetterebbe una redditività degli investimenti tendenzialmente superiore all'onerosità dei finanziamenti.

18/11/09

La finanza, parte 10: investimenti aziendali e la loro gestione finanziaria: gli investimenti in circolante lordo

Gli investimenti in circolare lordo sono il magazzino, i crediti e la tesoreria, ovvero gli investimenti che generano un fabbisogno di capitale per un breve periodo di tempo.

IL MAGAZZINO

Le scorte di magazzino rappresentano un impiego di risorse dal punto di vista finanziario. Esse si suddividono in materie prime, semilavorati e prodotti finiti, in attesa di essere completati dal processo produttivo oppure immessi nel mercato (che viene definita come la funzione economica delle scorte di magazzino).

L'obiettivo principale della gestione finanziaria delle scorte è quello di rendere i costi il più bassi possibili. Le scorte si posso suddividere in base alla loro origine:
  • Scorte tecniche/funzionali: scorte collegate alla risoluzione del problema di sincronizzare i vari processi di aziendali di acquisto, trasformazione e vendita;
  • Scorte speculative: scorte che derivano da opportunità che l'impresa ha colto (acquisto oltre la necessità di materie prime poichè il prezzo era molto basso o in fase di eccessiva crescita).
I modelli decisionali relativi alle scorte di magazzino riguardano la determinazione del livello ottimale delle scorie tecniche, con il quale si andrà ad ottenere il cosiddetto lotto economico, ossia nella quantità di produzione o di acquisto che rende minimi i costi totali relativi alle scorte.


I CREDITI


I crediti originati dalla gestione d'impresa rappresentano le tipiche liquidità differite del patrimonio aziendale. Obiettivo della gestione finanziaria dei crediti è quello di equilibrare i costi relativi al ritardo nel rientro dei fondi in forma liquida e il maggior ricavo derivante all'impresa da un'espansione delle vendite ottenute con concezioni di dilazioni di pagamento alla clientela.

L'impresa può intraprendere due vie: affidare la gestione dei crediti ai terzi, stipulando un contratto di factoring, oppure gestire i crediti internamente, attraverso controlli di concessione del credito e di riscossione del medesimo, il che permette di costruire una sorta di profilo per ciascun cliente.

LA TESORERIA

La gestione della tesoreria dell'impresa riguarda l'equilibrio fra le entrate e le uscite di cassa. Esse possono portare o degli scoperti di cassa, che devono essere coperti con opportuni mezzi finanziari adeguati (aperture di credito per elasticità di cassa), oppure a disponibilità liquide da gestire (ad esempio con investimenti), costituite da disponibilità di cassa, disponibilità liquide su conti correnti bancari, titoli ad elevata negoziabilità.

Attraverso la programmazione finanziaria si attuano le politiche riguardanti la tesoreria in senso stretto dell'impresa (prevedendo e sincronizzando i flussi in entrata ed in uscita)

12/11/09

La finanza, parte 9: investimenti aziendali e la loro gestione finanziaria: investimenti in beni strumentali

INTRODUZIONE

Gli investimenti aziendali rappresentano l'impiego delle risorse finanziare acquisite dall'impresa. Essi si suddividono principalmente in due gruppi:
  • Investimenti in beni strumentali o attività fisse, come macchinari, impianti;
  • Investimenti in circolante lordo: crediti, magazzino, tesoreria.
LA GESTIONE FINANZIARIA DEGLI INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI

Gli investimenti in beni strumentali riguardano i mezzi di produzione che poi l'azienda andrà ad utilizzare al fine di produrre.
Le fasi caratterizzanti gli investimenti in beni strumentali sono due:
  • Una prima fase di esborso del patrimonio per l'acquisto dei macchinari
  • Una seconda fase in cui si hanno entrate monetarie in seguito non alla vendita dei macchinari acquistati in precedenza (detta "realizzo diretto"), ma dei prodotti che sono stati fabbricati grazie a quell'investimento (detta "realizzo indiretto").
Questi investimenti vengono effettuati in base agli obiettivi che l'azienda si è posta. Da questi si possono rilevare varie categorie di investimenti:
  • Investimenti di sostituzione: la produzione e la produttività rimangono le stesse, si rinnovano solamente i macchinari;
  • Investimenti di razionalizzazione ed ammodernamento: mirano ad incrementare la produttività dei processi produttivi, con la sostituzione di beni strumentali a vantaggio di alti più efficienti dal punto di vista economico;
  • Investimenti di espansione: si vanno ad aggiungere altri macchinari a quelli esistenti
  • Investimenti strategici: mirati allo sviluppo futuro dell'impresa.
I criteri di scelta della valutazione dei singoli progetti di investimento si suddividono in criteri aritmetici, che non tengono conto del differente valore che i flussi di investimento e recupero assumono in diversi periodi di tempo, e criteri finanziari, che invece si basano sull'attualizzazione dei flussi. Il fondamento logico è rappresentato dalla formulazione di un giudizio di redditività riferibile al corrispondente capitale investito.

I criteri artimetici sono:
  1. Metodo del tempo di recupero o pay back period: ogni singolo progetto viene valutato in base al tempo in cui il capitale impiegato viene reintegrato attraverso i flussi monetari derivanti la gestione e l'utilizzo dell'investimento;
  2. Metodo del R.O.I. o metodo del tasso annuale medio (t.a.m..): i progetti sono valutati dividendo il rendimento medio annuo per l'investimento iniziale, ottenendo così il rendimento percentuale medio del capitale investito;
I criteri finanziari invece sono:
  1. Present value o metodo dell'eccesso di valore annuale (e.v.a.): i progetti vengono valutati in base al valore attuale dei redditi annui dell'investimento, calcolati ad un certo tasso di attualizzazione. Se l'e.v.a. è positivo, il progetto è finanziariamente accettabile;
  2. Discounted cash flow (d.c.f.) o metodo del tasso interno di rendimento (t.i.r.): i progetti vengono valutati sulla base del tasso di attualizzazione che rende uguale il calore attuale dei redditi annui all'importo dell'investimento iniziale.
Per quanto riguarda gli investimenti in beni strumentali, bisogna aggiungere altri due elementi:
  1. Un'analisi della rischiosità dell'investimento, attraverso l'analisi di sensività (influenza di ciascun elemento sulla decisione) , del rischio (analisi della probabilità, chiamato anche "metodo della distribuzione probabilistica", ad esempio dei ricavi) e gli alberi di decisione (per le decisioni più importanti, vanno a valutare tutte le conseguenze di decisioni aggiuntive rispetto a quelle precedentemente concordate);
  2. Il processo inflazionistico in atto: in periodi di forte inflazione, vengono adottati dei "correttivi", come ad esempio la correzione dei vari redditi annui, a cui poi vanno applicati i vari metodi.




08/11/09

Diritto commerciale: L'azienda

V – L'AZIENDA

Nozione di azienda. Organizzazione e avviamento.

Art. 2555

“L'azienda è il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa”

Rapporto di mezzo a fine tra azienda e impresa

Azienda: apparato strumentale

Azienda è: insieme di beni eterogenei organizzati

che subiscono modificazioni anche radicali durante l'attività

caratterizzati da unità di tipo funzionale e unitaria destinazione

Avviamento: maggior valore del complesso aziendale causato dal rapporto di strumentalità e complementarietà che si crea tra i singoli elementi costitutivi per cui si assume un valore di scambio maggiore

oggettivo collegato a fattori che permangono anche se cambia il titolare

soggettivo collegato ad abilità operativa dell'imprenditore sul mercato

Norme sul trasferimento: art. 2556 – 2562

tutela dell'interesse generale di circolazione dell'azienda

Elementi costitutivi dell'azienda

Tutti i beni, di qualsiasi natura, organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa

Importa solo la destinazione, NON il titolo giuridico

segue che che qualifica di bene aziendale compete anche ai beni di proprietà di terzi

Bene aziendale le cose che possono formare oggetto di diritto

NON si può concepire l'azienda come complesso anche di rapporti giuridici

L'azienda: concezione atomistica/unitaria. Azienda e universalità di beni

Teorie unitarie: azienda come bene unico

nuovo e distinto

immateriale

simile a universalità di beni

può essere oggetto di diritto di proprietà unitario

Teorie atomistiche: semplice pluralità di beni

funzionalmente collegati

diritti diversi su ognuno di essi

NON esiste bene-azienda oggetto di autonomo diritto di proprietà

PREFERIBILE come scelta di base (art. 2561)

Teoria secondo cui azienda vada equiparata a una universalità di beni

Art. 670 c.p.c.

Art. 816 c.c. (norme sulle universalità di mobili)

Applicabilità diretta: da escludere

Applicabilità per analogia: applicabile

Al pari dell'universalità di mobili l'azienda: l'insieme dei beni mobili aziendali di proprietà dell'imprenditore è sottratto alla regola “possesso di buona fede vale titolo”

La circolazione dell'azienda

L'azienda può essere oggetto di atti di: vendita

conferimento in società

donazione

costituzione di diritti reali (usufrutto)

costituzione di diritti personali (affitto)

Possono ovviamente essere compiuti atti che riguardino uno o più beni aziendali singoli

Necessari criteri oggettivi per determinare trasferimento di azienda

NON è tuttavia necessario che sia trasferito in questo caso l'intero complesso aziendale

Necessario e sufficiente che sia trasferita: quantità di beni potenzialmente idonea

ad essere utilizzata per l'esercizio di una determinata attività d'impresa

da cui NON siano esclusi beni essenziali

Una volta stabilito trasferimento d'azienda, l'atto di disposizione contiene TUTTI i beni anche non specificati, che passano all'acquirente nella stessa condizione giuridica in cui si trovavano presso il trasferente (salvo pattuizioni contrarie)

Forme da osservare: art. 2556

ossia quelle stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni

in più: per imprese soggette a registrazione prevista prova per iscritto

contratti soggetti a iscrizione nel registro delle imprese

(disposizione: atto pubblico)

Vendita dell'azienda. Divieto di concorrenza dell'alienante

Art. 2557 – Divieto di concorrenza dell'alienante

“chi aliena un'azienda commerciale deve astenersi, per un periodo massimo di 5 anni dal trasferimento, dall'iniziare una nuova impresa che possa per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze, sviare la clientela dell'azienda ceduta”

Se azienda agricola, divieto opera solo per attività a essa connesse

Divieto derogabile

allungabile ma MAI oltre i 5 anni

relativo

basata su potenziale idoneità a sottrarre clientela

Applicabile in caso di vendita volontaria

in caso di vendita coattiva

Altre ipotesi: divisione ereditaria

ovvero scioglimento della società con assegnazione dell'azienda sociale a un socio come quota di liquidazione

nonostante apparenza di non-trasferimento, si tiene conto di valore di avviamento dovuto a clientela. Si applica quindi 2557

vendita dell'intera partecipazione sociale (o partecipazione di controllo)

risultato sostanzialmente coincidente con trasferimento di azienda, si considera valido il 2557 per via analogica

Tuttavia problemi: inizio di nuova impresa usando prestanome

inizio di nuova impresa usando società di comodo

ingresso come dirigente in impresa concorrente

si diventa amministratore unico di società concorrente

qui sussiste inizio di nuova impresa concorrente?

Tendenza a interpretazione estensiva del 2557: divieto violato in ogni caso in cui ci sia sviamento della clientela

La successione nei contratti aziendali

Agevolato ingresso dell'acquirente nei rapporti contrattuali in corso d'esecuzione

In quanto ha ufficialmente interesse a subentrare

È previsto che: l'acquirente subentra nei contratti stipulati non personali

salvo diversa pattuizione

NON è richiesta esplicita volontà

il terzo contraente ha diritto di recesso entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento, previa giusta causa

salva responsabilità dell'alienante

Deroga a diritto comune:

in diritto comune la cessione del contratto NON può avvenire senza il consenso del contraente ceduto

in rapporti con imprenditore che hanno per oggetto prestazioni non personali inerenti l'esercizio d'impresa

il consenso del terzo non è più necessario e l'effetto si produce dal momento stesso del trasferimento

Recesso possibile con effetti ex nunc

con giusta causa

con situazione oggettiva per cui non possa fare affidamento su esecuzione del contratto

determina definitiva estinzione del contratto

Crediti e debiti aziendali

Obbligazioni per cui imprenditore ha già adempiuto e il terzo no – gli resta un credito

imprenditore NON ha già adempiuto ma il terzo si – gli resta un debito

Secondo articoli 2559 e 2560

Deroghe a diritto comune

Crediti per semplificare le formalità per rendere opponibile la cessione di crediti a terzi

ci si basa su notifica collettiva: iscrizione nel registro delle imprese tuttavia il debitore ceduto è liberato se paga in buona fede all'alienante

Debiti scopo di evitare che variazione di patrimonio dell'alienante pregiudichi aspettative di soddisfacimento dei creditori aziendali

rimane principio per cui non è ammesso il mutamento del debitore senza

il consenso del creditore

riguardante la liberazione dell'alienante

MA è derogato per le sole aziende commerciali il principio di responsabilità personale

rispondono dei debiti alienante e acquirente IN SOLIDO

(responsabilità che sussiste solo per debiti aziendali in libri contabili obbligatori)

Salvo pattuizioni espresse

l'acquirente riceve pagamenti dei crediti anteriori come legittimato a riscuotere per conto dell'alienante e sarà lui tenuto a trasferirgli quanto riscosso

Per la stessa ragione pagherà i debiti anteriori e avrà diritto di rivalsa sull'alienante.

Diritto commerciale: Lo statuto dell'imprenditore commerciale: la pubblicità legale, scritture contabili, rappresentanza commerciale,

IV – LO STATUTO DELL'IMPRENDITORE COMMERCIALE

Premessa

Esistono statuti settoriali per tipi di imprese commerciali

Esempio: imprese bancarie

imprese assicurative

imprese editoriali

società di revisione contabile

società di gestione di organismi di investimento collettivo

società di investimento a capitale variabile

società di intermediazione mobiliare

LA PUBBLICITÀ LEGALE

La pubblicità delle imprese commerciali

Necessità di informazioni veritiere e non contestabili

Esigenza soddisfatta tramite registro delle imprese

con funzione di pubblicità legale

(opponibile a terzi)

previsto da codice 1942, non trovò applicazione fino al 1997, anno di piena operatività del registro delle imprese, mai istituito dal '42, lasciando un lungo periodo di regime transitorio

Attuale registro delle imprese strumento di pubblicità legale

strumento di informazione sui dati organizzativi

iscrizione estesa a imprenditori agricoli

imprenditori piccoli

società semplici

tenuta del registro affidata a camcom

tenuta tramite tecniche informatiche

pubblico

Il registro delle imprese

Istituito in ciascuna provincia presso le camcom

Sezioni: ordinaria

speciali

Tenuti a iscrizione in sezione ordinaria: imprenditori individuali commerciali non piccoli

tutte le società tranne la semplice

consorzi tra imprenditori con attività esterna

gruppi europei di interesse economico (sede in ITA)

enti pubblici con oggetto esclusivo/principale di attività commerciale

società estere con sede principale in ITA

Sezioni speciali: prima sezione

imprenditori esonerati dal codice civile ossia

imprenditori individuali agricoli

piccoli imprenditori

società semplici

imprenditori artigiani (iscritti già nel relativo albo)

seconda sezione

società tra professionisti

terza sezione

legami di gruppo

quarta sezione

imprese sociali

Regole: iscrizione avviene in provincia in cui impresa ha sede

cancellazione d'ufficio di impresa che ha cessato attività (qualora imprenditore non vi provveda)

controllo d'ufficio della regolarità formale (controversia su controllo anche su validità)

iscrizione avviene senza indugio e comunque entro 10 gg dalla domanda

inosservanza dell'obbligo di registrazione è PUNITA con sanzioni amm pecuniarie e sanzioni indirette

iscrizione in sezione ordinaria ha funzione solo dichiarativa

talora iscrizione è presupposto per applicazione di regime giuridico (es: SNC)

iscrizione in sezioni speciali ha funzione solo di certificazione anagrafica

pubblicità notizia

tranne per imprenditori agricoli e società semplici agricole (anche legale)

LE SCRITTURE CONTABILI

L'obbligo di tenuta delle scritture contabili

Necessità di costante informazione

costante controllo

Scritture contabili rappresentazione quantitativa e/o monetaria

della situazione del patrimonio dell'imprenditore

del risultato economico dell'attività svolta

Art. 2214

OBBLIGO per imprenditori commerciali e per società commerciali

NON si applica ai piccoli imprenditori

Principio generale: tenere le scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa tra cui libro cassa

libro mastro

libro magazzino

IN OGNI CASO tenere libro giornale

libro degli inventari (chiuso con bilancio)

Regole: tenuta secondo norme di ordinata contabilità

conservazione per 10 anni

sanzioni eventuali e indirette contro chi NON tiene le scritture

(penali in caso di bancarotta)

Rilevanza esterna delle scritture contabili. Efficacia probatoria

In via di principio le scritture sono destinate a rimanere nella sfera interna dell'imprenditore

Regole: bilancio di società di capitali e cooperative pubblico

imprese soggette a controllo pubblico NON sussiste diritto al segreto

v/ organi di vigilanza

sempre utilizzabili da terzi su piano processuale

LA RAPPRESENTANZA COMMERCIALE

Collaborazione di altri soggetti ausiliari interni e subordinati

ausiliari esterni e autonomi

Figure tipiche di ausiliari interni: institori

procuratori

commessi

Necessario espressa dichiarazione di volontà procura

che definisce il potere nei suoi limiti

terzo deve verificarne l'esistenza

(problema del falsus procurator)

L'institore

Art. 2203, 1° e 2° comma

“È institore colui che è preposto dal titolare all'esercizio dell'impresa, o di una sede secondaria o di un ramo particolare della stessa”

Di regola è un lavoratore subordinato con qualifica di dirigente

è al vertice della gerarchia del personale (in virtù di atto di predisposizione)

possono esserci più institori (agiscono distintamente)

è tenuto congiuntamente con l'imprenditore all'adempimento degli obblighi

in caso di fallimento subisce anche lui le sanzioni penali

Poteri: di gestione

potere di rappresentanza

può compiere in nome dell'imprenditore tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa

rappresentanza processuale attiva/passiva

(poteri ampliabili/limitazione dall'imprenditore – necessaria pubblicazione in registro delle imprese – regole analoghe per revoca)

Doveri: di rendere palese al terzo contraente la sua veste

se non lo fa, obbliga solo se stesso

Il procuratore

Art. 2209

“Coloro che, in base a un rapporto continuativo, hanno il potere di compiere per l'imprenditore gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa, pur non essendo preposti ad esso”

Sono in sostanza ausiliari subordinati di grado inferiore rispetto all'institore perché:

non sono posti a capo dell'impresa o di un ramo subordinato

il loro potere decisionale è circoscritto a un particolare settore operativo

Poteri: ex lege – potere di rappresentanza generale (limitato a specie di operazioni)

Regole: NON ha rappresentanza processuale (a meno che non gli sia conferita)

NON è soggetto agli obblighi

I commessi

Sono ausiliari subordinati a cui sono affidate mansioni esecutive e materiali che li pongono in contatto con terzi.

Art. 2010

“possono compiere gli atti che ordinariamente comporta la specie di operazioni di cui sono incaricati”

Poteri: rappresentanza anche in mancanza di atto specifico di conferimento

Regole: NON possono esigere il prezzo delle merci di cui NON facciano consegna

NON possono concedere sconti o delazioni che non siano d'uso

NON possono derogare alle condizioni generali di contratto

NON possono esigere il prezzo fuori dai locali o non in cassa

(se preposti a vendere nei locali d'impresa)

Poteri limitabili e/o ampliabili

NON esiste un sistema di pubblicità legale: le limitazioni sono opponibili a terzi se portate a conoscenza di essi con mezzi idonei o se si prova l'effettiva conoscenza

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