08/06/10

La Finanza Pubblica: DPEF, Legge finanziaria, il rapporto debito/PIL e deficit/PIL

Il processo di bilancio dello stato in Italia è regolato dalla nostra costituzione, più precisamente dall'art. 81 che recita:
Le camere approvano ogni anno i bilanci ed il rendiconto consuntivo presentati dal governo.
L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente quattro mesi. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese (formalità della legge di bilancio).

Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte (obbligo di copertura).

DOCUMENTI IN ITALIA RIGUARDANTE LA FINANZA PUBBLICA

IL DPEF

Il DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) è un documento solamente di carattere economico e senza valenza giuridica che definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale (4 anni). Grazie ad esso si definiscono gli obiettivi di politica economica (macroeconomici e di finanza pubblica) e le regole che dovrebbero permettere di conseguire gli obiettivi fissati.
Gli obiettivi divengono vincolanti solamente quando vengono approvati all'interno della Legge Finanziaria.

LA LEGGE FINANZIARIA

La legge finanziaria, in coerenza con gli obiettivi di cui al comma 2 dell'articolo 3, dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale e provvede, per il medesimo periodo, alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi


Gli obiettivi, a differenza del DPEF, hanno valore vincolante.
Alcune dei compiti della legge finanziaria sono quelli di regolare le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni, le altre misure che incidono sulla determinazione del quantum della prestazione, afferenti imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e
contributi in vigore, con effetto, di norma, dal 1 gennaio dell'anno cui essa si riferisce, nonche' le correzioni delle imposte conseguenti all'andamento dell'inflazione.

I DISEGNI DI LEGGE LEGATI ALLA LEGGE FINANZIARIA

Possono essere molteplici, e regolano interventi nel settore previdenziale, sanitario, della finanza locale, nel pubblico impiego e relativi a riforme del sistema fiscale.

CONTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il conto della P.A. è composto dalle seguenti voci:

  • 1) Entrate totali
  • - Entrate tributarie
  • - Entrate extratributarie
  • 2) Spese totali
  • - Spese correnti di cui:
  • 2a) lavoro dipendente
  • 2b) prestazioni sociali
  • 2c) Interessi
  • - Spese in c/capitale
Da queste si possono calcolare:
  • 3) Disavanzo(Deficit) o Avanzo = 2) - 1): se 2) - 1) > o si ha un disavanzo. Nel caso contrario un avanzo.
  • 4) Disavanzo (Deficit) o Avanzo Primario (disavanzo – interessi) = 3) - 2c): se 3) - 2c) > 0 si ha un disavanzo primario. Nel caso contrario un avanzo primario.
  • 5) Debito

IL RAPPORTO DEBITO/PIL E DEFICIT/PIL

Le grandezze di finanza pubblica rilevanti nell’ambito del Patto di Stabilità e Crescita sottoscritto dai paesi dell’area euro sono due, diventate molto importanti e rilevanti anche all'opinione pubblica in questi ultimi due anni:
  • Il rapporto Debito/PIL (deve essere tendenzialmente inferiore al 60%)
  • Il rapporto Deficit/PIL (deve essere inferiore al 3%)


DA COSA DIPENDE IL RAPPORTO DEBITO/PIL?

Per prima cosa, bisogna determinare il valore del fabbisogno (Ft) dell'operatore pubblico.

Dati:
Gt = spesa pubblica
Tt = entrate pubbliche
rBt-1 = interessi pagati sul debito pubblico accumulato ( r è il tasso di interesse reale e Bt-1 è lo stock del debito pubblico in t-1)

Ft = Gt - Tt + rBt-1
La copertura del fabbisogno pubblico è data da:

Ft = Bt - Bt-1
Ft può quindi essere coperto dall'emissione di nuovo debito (B è lo stock di debito pubblico).

Eguagliando le due equazioni si ottiene l'identità di bilancio dell'operatore pubblico:

Bt - Bt-1= Gt - Tt + rBt-1
Indichiamo ora con Y il PIL. Dividiamo per Yt i termini in t, e per Yt-1 per i termini in t-1:

Bt/Yt - (Bt-1/Yt-1) Yt-1/Yt= (Gt/Yt) - (Tt/Yt) + (rBt-1/Yt-1)Yt-1/Yt
Indicati poi:
  • Con la lettera minuscola i rapporti delle variabili sul PIL.
  • Con n il tasso di crescita reale del PIL . Quindi: Yt = Yt-1(1+n).
Si avrà che l'identità di bilancio dell'operatore pubblico è uguale a:

bt - bt-1 (1/1+n)= gt - τt + rbt-1(1/1+n)
portando a destra bt-1 (1/1+n) si ottiene:
bt = gt - τt + (1+r/1+n)bt-1

Sottraendo poi entrambi i membri per bt-1 e raccogliendolo al membro di destra si ottiene la formula:
bt - bt-1= gt - τt + (r-n/1+n)bt-1
Le due equazioni appena enunciate rappresentano il vincolo di bilancio dinamico dell'operatore pubblico. In particolare, la prima rappresenta la dinamica del rapporto Debito pubblico/PIL, mentre la seconda rappresenta la dinamica della variazione del rapporto Debito pubblico/PIL.

Da questi dati si evince che:
In base alla prima equazione il rapporto Debito/PIL dipende:
  • Dal fabbisogno primario dt (se gtt>0 si parla di disavanzo primario, se 0>gtt si parla di avanzo primario)
  • Dal tasso di interesse reale, r
  • Dal tasso di crescita reale del PIL, n
Per quanto riguarda invece la seconda, il rapporto Debito/PIL aumenta in presenza di un disavanzo primario (cioè se le spese al netto del pagamento per interessi superano le entrate) e quando il tasso di interesse reale r è maggiore del tasso di crescita reale del PIL n.
Come ultima considerazione che si può trarre, si può dire che ridurre il rapporto debito/PIL (b) è assai difficile in una fase di scarsa crescita (n basso), ma è possibile ridurlo anche in presenza di disavanzo primario se l’economia cresce (n alto) e se i tassi di interesse sono bassi (r basso).

La situazione attuale italiana vede un n negativo e un r basso.

Il sistema pensionistico: equilibrio, rischi e riforme

EQUILIBRIO DI UN SISTEMA PENSIONISTICO

Nel sistema pensionistico vi sono 3 concetti fondamentali di equilibrio:

1) Da applicare solamente nel sistema a ripartizione, l'Equilibrio Finanziario, che si ha quando le entrate contributive eguagliano in ogni anno le pensioni erogate.

Dati:

W = salario medio pro capite
NL = n° di lavoratori
P = pensione media pro capite
NP = n° di pensionati
MW = W x NL sarà quindi il monte salari
MP = P x NP sarà quindi il monte pensione

L'equilibrio finanziario sarà dato dall'equazione:

α x W x NL = P x NP

Con:
α x W x NL = contributi versati
α = l’aliquota contributiva di equilibrio pari al rapporto tra monte pensioni (MP) e monte salari (MW).


2) L'Equilibrio Macroeconomico, che si ha quando il rapporto tra MP e PIL è sotto controllo e non eccessivo.

3) Infine c'è l'Equilibrio Equitativo, che si ha quando vengono perseguite le finalità distributive rilevanti per il sistema.


I RISCHI DEL SISTEMA A RIPARTIZIONE

Essi possono essere a carico dei lavoratori o dei pensionati, e consistono in:
  • Rischio demografico (riduzione di NL, aumento di NP)
  • Rischio occupazionale (riduzione di NL)
  • Rischio di inflazione
  • Rischio salariale
I rischi demografico e occupazionale sono a carico dei lavoratori quando il rapporto fra pensione pro capite e salario pro capite (P/W ) è fissato e α (aliquota contributiva di equilibrio) è variabile:

α = MP/MW --> PNP/WNL

Se NP aumenta oppure NL diminuisce, si avranno maggiori oneri contributivi per i lavoratori.

Nel caso in cui sia α fissata e il rapporto P/W sia variabile:
P/W = α ( NL/NP)
Se NP aumenta oppure NL diminuisce, P/W diminuisce, ovvero la pensione media pro capite diminuisce rispetto al salario medio pro capite.

Per quanto riguarda invece i rischi di inflazione e salariale, essi sono a carico dei lavoratori se le pensioni sono indicizzate all’inflazione e alla crescita reale dei salari, mentre sono a carico dei pensionati se invece non lo sono.

I RISCHI NEL SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE

Qui i rischi sono tutti a carico dei pensionati e consistono in:

  • Rischio di inadeguatezza dei rendimenti (bassa remunerazione del capitale investito)
  • Rischio inflazionistico (no indicizzazione)
  • Rischio salariale (no indicizzazione)
LE RIFORME

In questi anni (soprattutto nell'ultimo) si discute molto sulle riforme da effettuare nell'ambito pensionistico, principalmente per due motivi: riduzione delle nascite e aumento dell'aspettativa di vita.

Per far fronte a questo, i diversi paesi adottato soluzioni diverse. Alcuni infatti mantengono la natura di sistema a ripartizione, ovvero parametrico (modificando i parametri) ed attuarialmente equo (legando in modo esplicito i contributi versati all’ammontare di pensione ricevuta.




07/06/10

Il sistema pensionistico: introduzione, funzioni, sistemi: sistema a capitalizzazione e sistema a ripartizione

Il sistema pensionistico è un meccanismo di ridistribuzione delle risorse prodotte dalla popolazione attiva attraverso varie forme al fine di aiutare la parte di popolazione inattiva o in difficoltà. Le varie forme consistono in:
  • Pensioni di vecchiaia o di anzianità, che vanno a favore di chi ha cessato l’attività lavorativa per ragioni di età anagrafica (vecchiaia) o contributiva (anzianità)
  • Pensioni di invalidità, che sono a favore di chi non può più partecipare al processo produttivo per sopravvenuta incapacità lavorativa
  • Pensionii ai superstiti, che vanno a favore di chi, anche se non ha mai fatto parte della FL, è legato da vincoli familiari a persone decedute che hanno fatto parte della FL
  • Pensioni assistenziali: a favore di chi è sprovvisto di reddito e non può lavorare
Esso viene istituito a causa della necessità di fornire risorse agli anziani in seguito ai cambiamenti della struttura familiare. Nel caso di un sistema pensionistico obbligatorio, la motivazione è semplice: in età giovane nessuno risparmierebbe se non è obbligato (l’individuo non prende decisioni ottimali in una fase di incertezza).
Nel caso di un sistema pensionistico pubblico, si hanno ragioni di equità (previdenza come bene meritorio) e di efficienza (instabilità mercati finanziari, inadeguate informazioni su solvibilità degli intermediari, fallimento mercati assicurativi, esternalità negative..)


FUNZIONI DEL SISTEMA PREVIDENZIALE

Il sistema previdenziale svolge più di una funzione: in primo luogo Assistenziale, ovvero ha il compito di assicurare a tutti i cittadini un reddito minimo (nota bene: non è legata ai contributi versati); svolge poi una funzione Previdenziale, ovvero garantire a tutti i cittadini il mantenimento del tenore di vita raggiunto nella fase finale della vita lavorativa anche quando si è in pensione (legata alle ultime retribuzioni); infine, svolge una funzione assicurativa, che consiste nel restituire all’individuo che va in pensione quanto ha accantonato in età lavorativa aumentato dei rendimenti (legata ai contributi versati) .

Oltre alle funzioni dette, il sistema pensionistico deve garantire anche equità, sotto forma di:
  • Equità assistenziale: se tutti i cittadini raggiungono un livello di reddito minimo
  • Equità previdenziale: se, a parità di durata della vita lavorativa (L), è garantito lo stesso tasso di sostituzione
    (Il tasso di sostituzione è il rapporto tra la pensione percepita e l’ultima -o una media delle ultime- retribuzioni)
  • Equità attuariale: se per ogni individuo vale lo stesso “tasso di rendimento interno” i, dove i è tale che:
    VA contributi (1+i) = VA prestazioni per ogni t

    (Il tasso di rendimento interno è quel tasso che eguaglia il valore attuale dei contributi versati al valore attuale delle prestazioni)

I MODELLI DI SISTEMA PENSIONISTICO

I due grandi modelli di sistema pensionistico sono il "Sistema a Ripartizione" e il "Sistema a Capitalizzazione".

DEFINIZIONI

Dalla definizioni si capisce già chiaramente la distinzione fra i due sistemi:
  • Sistema a ripartizione: il gettito dei contributi versati dalla popolazione attiva in un generico anno t finanziano le prestazioni previdenziali erogate in t.
  • Sistema a Capitalizzazione: ogni lavoratore riceve una pensione pari ai contributi da lui versati aumentati del rendimento ottenuto impiegandoli sul MKT dei capitali

RENDIMENTO IMPLICITO

Sapendo che la vita di un individuo si suddivide in due parti (la prima t lavora, la seconda t+1 è in pensione) si ha che:

Dati

Wt = monte salari al tempo t
Pt = monte pensioni al tempo t
α = aliquota contributiva
Ct = contributi versati in t = α Wt
n = tasso di crescita dell’occupazione
m = tasso di crescita della produttività (dei salari)
i = tasso di interesse corrente

Segue che:
Wt+1(monte salari al tempo t+1) = Wt (1+m)(1+n)
Detto questo, si possono calcolare i rendimenti.

Per quanto riguarda il sistema a ripartizione, si ha che per definizione
in ogni periodo una percentuale α del monte salari finanzia le pensioni dello stesso periodo:

Dati

in t : Ct = Pt = α Wt
in t+1: Ct+1 = Pt+1 = α Wt+1 = α Wt (1+m)(1+n)
Il rendimento implicito del lavoratore in t e pensionato in t+1 è:
RENDIMENTO = (Pt+1 - Ct)/Ct

Sostituendo si arriva alla formula:
RENDIMENTO = [(α Wt (1+m)(1+n))/(α Wt)] - 1 ---> m + n + mn

Esso è uguale a circa
m + n

Il rendimento implicito è quindi uguale al tasso di crescita della produttività o dei salari (m) e del tasso di crescita dell’occupazione (n).

Per quanto riguarda invece il sistema a capitalizzazione, si rammenda che le pensioni sono pari ai contributi versati nel periodo t aumentati del rendimento ottenuto sul mercato dei capitali (i):

Dati

in t : Ct = Pt = α Wt
in t+1: Ct+1 = Pt+1 = α Wt+1 = α Wt (1 + i)
Il rendimento implicito del lavoratore in t e pensionato in t+1 è:
RENDIMENTO = (Pt+1 - Ct)/Ct

Sostituendo si arriva alla formula:
RENDIMENTO = [(α Wt 1 + i))/(α Wt)] - 1 ---> i
Il rendimento implicito è quindi uguale al tasso di interesse corrente.

Quale dei due sistemi è più conveniente? Dipende dalla relazione fra m + n e i. In base a chi di questi due valore è maggiore, si avrà il sistema più conveniente.


IL RISPARMIO

Un sistema a ripartizione, che non richiede un accumulo di risorse, comporta un livello di risparmio inferiore rispetto al sistema a capitalizzazione che invece si basa sull’accumulo delle risorse.
Con il sistema a ripartizione i risparmi della popolazione attiva si trasformano in consumi dei pensionati.
E' curioso ciò che accade alla prima generazione che va in pensione quando viene introdotto un sistema piuttosto che un altro: nel sistema a ripartizione essi andranno in pensione gratuitamente (pasto gratis), senza cioè aver versato nulla. Questo non avviene per il sistema a capitalizzazione.

DETERMINAZIONE DELLE PRESTAZIONI

Per determinare le prestazioni bisogna partire da una base di dati:
RP = retribuzione pensionabile (è quella che serve per il calcolo della pensione. E’ una funzione dell’ultima retribuzione o di una media delle ultime retribuzioni)
RL = ultima retribuzione
e(j) = speranza di vita nel generico anno j
P = ammontare della pensione

SISTEMA A RIPARTIZIONE

Per esso abbiamo due tipi di metodi di calcolo delle prestazioni pensionistiche (P): il metodo contributivo e il metodo retributivo

1)Metodo contributivo

Nel metodo contributivo, La pensione si ottiene eguagliando a livello individuale il montante contributivo al valore attuale del flusso di pensioni al momento del pensionamento:
MC1=VA(P)

Il MC1 si calcola capitalizzando ad un tasso fissato convenzionalmente (r) i contributi versati dai lavoratori durante tutta la vita lavorativa.
Il valore attuale (VA(P)) dipende sia dalla speranza di vita attesa al momento del pensionamento (e(L)) sia dal tasso di sconto applicato.

Il Montante Contributo si calcola:

MC = Σ§R1(1+m)(j-1)(1+r)(L-j)
§ = l’aliquota contributiva

Il valore attuale invece si calcola:
VA (P) = Σ P/(1+rz)i
con
P = pensione annua
rz = tasso di sconto utilizzato per calcolare

Se rz è nullo, allora VA (P) è uguale a e(L) P, con e(L) = speranza di vita al momento del pensionamento.

2) Metodo retributivo

Nel metodo retributivo P = βRPL
con β = coefficiente di rendimento.
L'ammontare della retribuzione personale dipende a seconda di due casi:
  1. Può ammontare all'ultima retribuzione percepita (Rp = RL). Essendo che il tasso di sostituzione è dato dal rapporto tra pensione e ultima retribuzione, in questo caso è molto semplice da calcolare: s = P/RL = βL
  2. Può ammontare ad una media delle ultime retribuzioni percepite (RM), indicizzate (rivalutate) ad un tasso: P = βRML. Il tasso di sostituzione qui è : s = P/RL = βRML/RL. RM = [ΣR1(1+m)(j-1)(1+r)(L-j)]/L con R1 è la retribuzione iniziale, m è il tasso di crescita delle retribuzioni, r è il tasso di rivalutazione delle retribuzioni.

SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE

Analogamente al metodo metodo contributivo visto sopra la pensione si ottiene eguagliando a livello individuale il montante contributivo al valore attuale del flusso di pensioni al momento del pensionamento:
MC2=VA(P)
MC2 si calcola capitalizzando al tasso di rendimento effettivo ottenuto sul mercato dei capitali (rW) i contributi versati dai lavoratori durante tutta la vita lavorativa.
Se il tasso di sconto s = 0, la pensione è data dal montante contributivo diviso per la durata di vita attesa al momento del pensionamento, inoltre anche qui è verificata la funzione assicurativa ma non quella previdenziale.


05/06/10

La tassazione internazionale degli scambi e delle attività finanziarie

TASSAZIONE INTERNAZIONALE DEGLI SCAMBI

La tassazione delle merci oggetto di scambio internazionale può avvenire sulla base di due principi:
  1. Il principio di Destinazione
  2. Il principio di Origine


IL PRINCIPIO DI DESTINAZIONE

Un'impresa esportatrice da un paese A ad un paese B è soggetta alla tassazione del paesi in cui esporta (B), di conseguenza le esportazioni non sono imponibili, mentre lo sono le importazioni (PA (1+tB).

Le conseguenze del principio di destinazione sono che:

  • Non c’è distorsione dei flussi commerciali (prezzi relativi fissi): se pA > pB anche PA (1+tA)> PA (1+tB)
  • Tutto il gettito dell’imposta va nel paese di consumo
IL PRINCIPIO DI ORIGINE

Un'impresa esportatrice da un paese A ad un paese B è soggetta alla tassazione del paesi da cui esporta (A); le esportazioni sono imponibili nel paese di esportazione, mentre non lo sono le importazioni.

Le conseguenze del principio di origine sono:

  • C’è distorsione dei flussi commerciali (prezzi relativi non fissi): se pA > pB non è detto che PA (1+tA) sia maggiore di PA (1+tB): dipende dalle aliquote applicate nei due paesi
  • Tutto il gettito dell’imposta va nel paese di produzione

TASSAZIONE INTERNAZIONALE DELLE ATTIVITA' FINANZIARIE

Come per la tassazione internazionale delle merci, anche per le attività finanziarie vi sono due principi:
  • PRINCIPIO DI RESIDENZA: tutti i redditi, afferiscono immediatamente e integralmente al loro titolare e vengono tassati nel suo paese di residenza indipendentemente dalla loro natura e dal luogo in cui vengono percepiti
  • PRINCIPIO DELLA FONTE: tutti i redditi vengono tassati nel paese di produzione indipendentemente dalla residenza del titolare
ANALISI 1) NEUTRALITA' ED EFFICIENZA DELLA TASSAZIONE

Essi possono essere valutati in base a due criteri: la CEN (CAPITAL EXPORT NEUTRALITY), che si verifica quando i rendimenti netti degli investimenti non dipendono dalla localizzazione degli investimenti stessi (essa verifica quindi l’efficiente allocazione delle risorse), e la CIN (CAPITAL IMPORT NEUTRALITY), che si verifica quando all’interno di ogni paese gli investitori ottengono lo stesso rendimento netto da un investimento, indipendentemente dalla loro nazionalità.


Si ipotizzi di avere due paesi, C (casa) ed E (estero), i rendimenti degli investimenti effettuati in H e F al lordo delle imposte sono rispettivamente rC e rE, mentre le aliquote delle imposte applicate sui rendimenti delle attività finanziarie sono rispettivamente tC e tE.
Lo scopo è di dimostrare che la CEN è soddisfatta dall’applicazione del principio di Residenza ma non del principio della Fonte, mentre la CIN è l'opposto.


Sapendo che (ad esempio) rC > rE, l'investitore senza un'imposta andrà sicuramente ad investire nel paese C. Applicando un'imposta basata sul principio di residenza si scopre che:

Rendimento netto dell’investimento in C: rC(1-tC)
Rendimento netto dell’investimento in E: rE(1-tC)


dalla disequazione di prima si ha che
rC(1-tC) > rE(1-tC)

L'investitore continuerà quindi ad investire in C. Il principio di residenza verifica la CEN, e con esso i fattori fiscali non influenzano la localizzazione degli investimenti.

Se invece viene applicato il principio di fonte:

Rendimento netto dell’investimento in C: rC(1-tC)
Rendimento netto dell’investimento in E: rE(1-tE)

Per capire quale sia l'investimento più remunerativo, bisognerebbe confrontare le due aliquote e vedere quale sia la più vantaggiosa e di quanto lo sia rispetto al reddito.
Il principio di fonte non verifica la CEN, poichè i fattori fiscali influenzano la localizzazione degli investimenti.

Se vengono confrontati i due principi per quanto riguarda la CIN, si scopre, con lo stesso procedimento (ma a parti invertite ovviamente), che il principio di residenza non verifica la CIN, poichè il rendimento netto dell’investimento dipende dalla nazionalità dell’investitore, mentre è verificata dal principio di fonte, poichè il rendimento netto dell’investimento non dipende dalla nazionalità dell’investitore.

ANALISI 2) RIPARTIZIONE DEL GETTITO

Come si può vedere dagli esempi e dalle definizioni, il principio di Residenza premia dal punto di vista del gettito i paesi esportatori di capitale. Quello di Fonte invece i paesi importatori di capitale. A fronte di questo, sono stati predisposti dei regimi di tassazione, come il meccanismo del credito d'imposta, che hanno il compito di redistribuire la tassazione tra i paesi.

ANALISI 3) EQUITA' DELLA TASSAZIONE

Come già visto, solo il sistema di residenza è equo, poichè è possibile istituire sistemi di imposte personali e di realizzare la progressività dell’imposta.

ANALISI 4) APPLICABILITA'

Il principio della fonte è il più facile da applicare fra i due, a causa delle pratiche elusive che il principio della residenza incontra (ad esempio: tax deferral), inoltre è più soggetto a problemi derivanti dallo scambio di informazioni con i paesi con regime fiscale privilegiato (paradisi fiscali).


Qual è il migliore fra i due? Molto probabilmente il principio della residenza, poichè più equo e garantisce l'efficiente allocazione delle risorse (poichè soddisfa la CEN); da ricordare però sono i problemi di ripartizione del gettito e soprattutto di applicabilità.

04/06/10

Le imposte indirette: le imposte generali sugli scambi, calcolo dell'IVA

Le imposte indirette sono una componente importantissima per le casse dello Stato. Più di 1/3 del prelievo tributario deriva infatti da esse. Si distinguono in:
  1. Imposte sugli affari: IVA, registro, bollo e sostitutiva, assicurazioni
  2. Imposte sulla produzione: Oli minerali, gas metano, energia elettrica, spiriti e birra
  3. Monopoli e lotto: tabacchi e lotterie

LE IMPOSTE GENERALE SUGLI SCAMBI

Per imposte generali sugli scambi si intendono le imposte sulle vendite di beni e di servizi.
Esse possono essere applicate in vari modi:
  • Imposta monofase
  • Imposta plurifase cumulativa
  • Imposta plurifase sul valore aggiunto: qui possono essere applicate in base a due tipologie: "base da base" o "imposta da imposta"
METODO DA BASE A BASE

Con questo metodo, l'imposta (Tbb)versata dall'impresa (i) in ogni fase del processo produttivo/distributivo si calcola:

Dati:
Vi è il valore delle vendite dell’impresa i
Ai è il valore degli acquisti dell’impresa i
ti è l’aliquota d’imposta relativa alle vendite dell’impresa i
Tbb = ti (Vi-Ai)

METODO DA IMPOSTA A IMPOSTA

Questo è il metodo su cui si fonda l'IVA italiana. L'imposta (TII) versata dall'impresa (i) in ogni fase del processo produttivo/distributivo si calcola:

Dati:
Vi è il valore delle vendite dell’impresa i
Ai è il valore degli acquisti dell’impresa i
ti è l’aliquota d’imposta relativa alle vendite dell’impresa i
tj è l’aliquota d’imposta relativa alle vendite dell’impresa j (j ha venduto i prodotti ad i)

TII = tiVi - tjAi

tiVi = iva a debito
tjAi= iva a credito

A fronte di questo, per calcolare il reale prezzo di un bene o di un servizio, al prezzo netto bisogna aggiungere l'importo dell'imposta complessivamente versata fino a quella fase del processo produttivo (distributivo se si tratta di un servizio).


Con il metodo base da base l’onere dell’imposta dipende da com’è ripartito il VA nelle diverse fasi del processo produttivo e dalle corrispondenti aliquote, mentre con il metodo imposta da imposta l'onere dipende esclusivamente dall’ultima aliquota applicata.


Applica un metodo piuttosto che un altro comporta a delle differenze:

Prezzo:
  • Imposta da imposta: il prezzo lordo del bene o servizio è ottenuto applicando al prezzo netto (valore pieno del bene) l’aliquota d’imposta corrispondente.
  • Base da base: il prezzo lordo è funzione di tutte le aliquote applicate nel corso del processo produttivo/distributivo
Neutralità:
  • Imposta da imposta: è neutrale nei confronti delle scelte di integrazione verticale delle imprese
  • Base da base: non è neutrale nei confronti delle scelte di integrazione verticale delle imprese
IMPONIBILITA' DELLE OPERAZIONI

Vi sono tre tipi di operazioni:
  • Operazioni imponibili: operazioni soggette all'imposta per il loro valore intero (in Italia: il metodo di calcolo utilizzato è il quello imposta da imposta. Le aliquote sono: 20% per le normali, 10% e 4% per le ridotte)
  • Operazioni ad aliquota zero (non imponibili): l'aliquota dell'ultimo stadio è nulla e quelle precedenti sono state rimborsate (in Italia: operazioni extra UE)
  • Operazioni esenti: l'aliquota dell'ultimo stadio è nulla e quelle precedenti non sono state rimborsate (in Italia: servizi creditizi, assicurativi e finanziari, trasporti urbani, servizi sanitari e previdenziali, istruzione)
BASE IMPONIBILE

Vi sono 3 tipologie di base imponibile. Concentrandosi sul tipo di imposta "imposta da imposta" sul VA abbiamo che:

  • Reddito lordo: non è ammessa in detrazione l’IVA pagata sui beni di investimento;
  • Reddito netto: è ammessa in detrazione l’IVA pagata sui beni d’investimento per la quota di ammortamento dei beni capitali ammessa nell’esercizio di riferimento;
  • Consumo: l’IVA pagata sui beni di investimento è ammessa interamente in detrazione nell’esercizio in cui l’investimento viene effettuato


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