30/04/11

Il comportamento del consumatore


Il tutto parte dal “Bisogno” analizzato su base ideologica-morale (come viene influenzato dal marketing? Ha senso questa attività?).

Sorgono una serie di problemi:

• C’è la necessità di soddisfare i bisogni esistenti? (ciclo di vita breve, nuovi prodotti)
• Presenza della pubblicità (+ quando si informa; - non bisogna provocare falsi bisogni): è necessario affrontare questo investimento?
• Il miglioramento delle condizioni di vita porta ad una più complessa soddisfazione dei bisogni (più reddito): come risponde il marketing di fronte ad un consumatore più sofisticato?

TEORIA ECONOMICA

Dal “Sistema delle Preferenze” (P) scaturisce l’immagine del consumatore:

Paniere A

Paniere C

Paniere B

Pa > Pb

Pb > Pc



Se tra A e C scegliesse A diremmo che egli è Razionale (coerente nelle scelte) poiché ordina il suo sistema di preferenze. Spesso però egli non agisce sempre con razionalità e quindi la sua coerenza è messa in discussione: bisogna indagare sulla Motivazione.

CLASSIFICAZIONE DEI CONSUMATORI

Vi sono Consumatori:

• Assoluti: avvertiti in quanto essere umano; connessi alla natura
• Relativi: connessi al contesto socio-culturale (evoluzione sociale, condizione culturale, esperienza, condizione ambientale)

E:

• Derivati: riferito ad una risposta tecnologica ad un bisogno generico. Si modifica a seconda del contesto socioeconomico; è fattore d’innovazione
• Generici: problemi dei clienti potenziali. Possono essere suddivisi in:
o Constanti: si può identificare la natura del bisogno
o Assoluti: problema del cliente legato alla condizione umana (identificabili --> saturabili
o Relativi: impossibilità di saturazione (non saturabilità); superiorità di bisogni di un individuo rispetto agli altri (oggetto d’interesse per il marketing in quanto vi sono più mercati da soddisfare), ad esempio: Manager che vuole affermare la sua superiorità, quindi avrà vestiti firmati, auto di lusso e non sarà mai soddisfatto (sempre nuovi bisogni)




Perché il marketing crea falsi bisogni? Perché vi sono i produttori che sfruttano l’esistenza dei numerosi mercati nella prospettiva di affermare il loro potere economico sfruttando il sistema dei bisogni indotti.

Motivazione: studio delle ragioni del passaggio da stadio d’inerzia a stato di attività.


TEORIA STIMOLO-RISPOSTA-OMEOSTASI

Lo stimolo è il punto di partenza attivo della reazione.
L’organo reattivo (la risposta) risponde in modo specifico agli stimoli offerti (ma non sempre: i bisogni di base sono ad esempio ampiamente soddisfatti)
L’omeostasi è un meccanismo attraverso il quale un problema crea una pulsione grazie alla quale l’attività che ne risulta stabilisce l’equilibrio sopprimendo la pulsione.

I livelli di attività dipendono dal grado di energia mobilizzata, cioè dalla variazione del livello di risveglio/vigilanza (il termine inglese “arousal” definisce bene il concetto) (studiato e teorizzato da Hebb e Duffy). Il cervello ha una sua attività naturale; auto motivazione.

Più è alto il livello di risveglio e più è alta l’attività dell’organismo, ma:

• Se lo stimolo è eccessivo, esso porta ad ansia, nervoso, inquietudine
• Se lo stimolo è debole, esso porta a noia ed insoddisfazione: terreno fertile per nuovi stimoli

L’ideale sarebbe un livello ottimale (intermedio) di stimolo e risveglio: comfort, benessere

Il marketing deve:

1) Assicurare Comfort
2) Prevenire l’insoddisfazione
(ovvero colmare una mancanza e cambiare il negativo con il positivo)
3) Flusso continuo di stimolo

Ogni novità attira l’attenzione e stimola fino ad un certo punto che oltrepassato spaventa e infastidisce, ciò che non è troppo nuovo disorienta, ciò che lo è troppo poco annoia (Berlyne).

CURVA DI WUNDT



La forza attrattiva prima aumenta in corrispondenza dell’aumento delle novità e poi successivamente diminuisce.

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