05/06/10

La tassazione internazionale degli scambi e delle attività finanziarie

TASSAZIONE INTERNAZIONALE DEGLI SCAMBI

La tassazione delle merci oggetto di scambio internazionale può avvenire sulla base di due principi:
  1. Il principio di Destinazione
  2. Il principio di Origine


IL PRINCIPIO DI DESTINAZIONE

Un'impresa esportatrice da un paese A ad un paese B è soggetta alla tassazione del paesi in cui esporta (B), di conseguenza le esportazioni non sono imponibili, mentre lo sono le importazioni (PA (1+tB).

Le conseguenze del principio di destinazione sono che:

  • Non c’è distorsione dei flussi commerciali (prezzi relativi fissi): se pA > pB anche PA (1+tA)> PA (1+tB)
  • Tutto il gettito dell’imposta va nel paese di consumo
IL PRINCIPIO DI ORIGINE

Un'impresa esportatrice da un paese A ad un paese B è soggetta alla tassazione del paesi da cui esporta (A); le esportazioni sono imponibili nel paese di esportazione, mentre non lo sono le importazioni.

Le conseguenze del principio di origine sono:

  • C’è distorsione dei flussi commerciali (prezzi relativi non fissi): se pA > pB non è detto che PA (1+tA) sia maggiore di PA (1+tB): dipende dalle aliquote applicate nei due paesi
  • Tutto il gettito dell’imposta va nel paese di produzione

TASSAZIONE INTERNAZIONALE DELLE ATTIVITA' FINANZIARIE

Come per la tassazione internazionale delle merci, anche per le attività finanziarie vi sono due principi:
  • PRINCIPIO DI RESIDENZA: tutti i redditi, afferiscono immediatamente e integralmente al loro titolare e vengono tassati nel suo paese di residenza indipendentemente dalla loro natura e dal luogo in cui vengono percepiti
  • PRINCIPIO DELLA FONTE: tutti i redditi vengono tassati nel paese di produzione indipendentemente dalla residenza del titolare
ANALISI 1) NEUTRALITA' ED EFFICIENZA DELLA TASSAZIONE

Essi possono essere valutati in base a due criteri: la CEN (CAPITAL EXPORT NEUTRALITY), che si verifica quando i rendimenti netti degli investimenti non dipendono dalla localizzazione degli investimenti stessi (essa verifica quindi l’efficiente allocazione delle risorse), e la CIN (CAPITAL IMPORT NEUTRALITY), che si verifica quando all’interno di ogni paese gli investitori ottengono lo stesso rendimento netto da un investimento, indipendentemente dalla loro nazionalità.


Si ipotizzi di avere due paesi, C (casa) ed E (estero), i rendimenti degli investimenti effettuati in H e F al lordo delle imposte sono rispettivamente rC e rE, mentre le aliquote delle imposte applicate sui rendimenti delle attività finanziarie sono rispettivamente tC e tE.
Lo scopo è di dimostrare che la CEN è soddisfatta dall’applicazione del principio di Residenza ma non del principio della Fonte, mentre la CIN è l'opposto.


Sapendo che (ad esempio) rC > rE, l'investitore senza un'imposta andrà sicuramente ad investire nel paese C. Applicando un'imposta basata sul principio di residenza si scopre che:

Rendimento netto dell’investimento in C: rC(1-tC)
Rendimento netto dell’investimento in E: rE(1-tC)


dalla disequazione di prima si ha che
rC(1-tC) > rE(1-tC)

L'investitore continuerà quindi ad investire in C. Il principio di residenza verifica la CEN, e con esso i fattori fiscali non influenzano la localizzazione degli investimenti.

Se invece viene applicato il principio di fonte:

Rendimento netto dell’investimento in C: rC(1-tC)
Rendimento netto dell’investimento in E: rE(1-tE)

Per capire quale sia l'investimento più remunerativo, bisognerebbe confrontare le due aliquote e vedere quale sia la più vantaggiosa e di quanto lo sia rispetto al reddito.
Il principio di fonte non verifica la CEN, poichè i fattori fiscali influenzano la localizzazione degli investimenti.

Se vengono confrontati i due principi per quanto riguarda la CIN, si scopre, con lo stesso procedimento (ma a parti invertite ovviamente), che il principio di residenza non verifica la CIN, poichè il rendimento netto dell’investimento dipende dalla nazionalità dell’investitore, mentre è verificata dal principio di fonte, poichè il rendimento netto dell’investimento non dipende dalla nazionalità dell’investitore.

ANALISI 2) RIPARTIZIONE DEL GETTITO

Come si può vedere dagli esempi e dalle definizioni, il principio di Residenza premia dal punto di vista del gettito i paesi esportatori di capitale. Quello di Fonte invece i paesi importatori di capitale. A fronte di questo, sono stati predisposti dei regimi di tassazione, come il meccanismo del credito d'imposta, che hanno il compito di redistribuire la tassazione tra i paesi.

ANALISI 3) EQUITA' DELLA TASSAZIONE

Come già visto, solo il sistema di residenza è equo, poichè è possibile istituire sistemi di imposte personali e di realizzare la progressività dell’imposta.

ANALISI 4) APPLICABILITA'

Il principio della fonte è il più facile da applicare fra i due, a causa delle pratiche elusive che il principio della residenza incontra (ad esempio: tax deferral), inoltre è più soggetto a problemi derivanti dallo scambio di informazioni con i paesi con regime fiscale privilegiato (paradisi fiscali).


Qual è il migliore fra i due? Molto probabilmente il principio della residenza, poichè più equo e garantisce l'efficiente allocazione delle risorse (poichè soddisfa la CEN); da ricordare però sono i problemi di ripartizione del gettito e soprattutto di applicabilità.

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