L’economia industriale (Economics of Industry in inglese, Industrial Organization in americano) studia i settori e le organizzazioni che coordinano la produzione dei beni ed il loro scambio (oltre alle imprese, ai mercati etc). Si studiano quindi anche settori diversi dalla pura industria, come il pubblico, l’agricolo, il cottage e così via.
La traduzione corretta infatti sarebbe “Economia del Settore (dei settori)”. Il settore è il luogo economico in cui si realizza il confronto concorrenziale. E’ una porzione del sistema economico nella quale sono aggregate le imprese.
Negli anni ’40-’60 lo studio dell’economia industriale si basava sul seguente schema:
La struttura del mercato influenza il comportamento dell’impresa, il quale influenza a sua volta la performance (ad esempio il profitto). Supponendo una struttura concorrenziale (struttura), le imprese agiscono poco sul prezzo (comportamento) e i profitti quindi saranno bassi (performance). Se però con i pochi profitti le imprese innovano, si è notato come la concomitanza di profitti ed innovazione cambi il comportamento dell’impresa e di conseguenza anche la struttura del mercato: da concorrenziale si passa all’oligopolio se non addirittura al monopolio. Abbiamo quindi una concentrazione dei profitti Π in poche imprese/un’unica impresa, il che è dannosa per il consumatore in quanto i prezzi aumenteranno. Lo schema quindi cambia (anni ’80-’90): se è vero che la struttura influenza il comportamento, il quale influenza la performance, è anche vero che:
Regola di Bain: 2 imprese che condividono almeno il 50%
della domanda e il 50% dell’offerta
appartengono allo stesso settore.
Negli anni ’40-’60 lo studio dell’economia industriale si basava sul seguente schema:
STRUTTURA --> COMPORTAMENTO --> PERFORMANCE
La struttura del mercato influenza il comportamento dell’impresa, il quale influenza a sua volta la performance (ad esempio il profitto). Supponendo una struttura concorrenziale (struttura), le imprese agiscono poco sul prezzo (comportamento) e i profitti quindi saranno bassi (performance). Se però con i pochi profitti le imprese innovano, si è notato come la concomitanza di profitti ed innovazione cambi il comportamento dell’impresa e di conseguenza anche la struttura del mercato: da concorrenziale si passa all’oligopolio se non addirittura al monopolio. Abbiamo quindi una concentrazione dei profitti Π in poche imprese/un’unica impresa, il che è dannosa per il consumatore in quanto i prezzi aumenteranno. Lo schema quindi cambia (anni ’80-’90): se è vero che la struttura influenza il comportamento, il quale influenza la performance, è anche vero che:
PERFORMANCE --> COMPORTAMENTO --> STRUTTURATutto ciò ha portato anche alla nascita di istituzioni antitrust.