19/08/09

Btp e titoli bancari, ecco i nove bond per «guadagnare» con l’inflazione

Nel «paniere» anche gli Oat francesi. Le cedole si adeguano al carovita

MILANO — I radar delle sale ope rative di banche e società d’investi mento avevano già captato il feno meno a luglio: grosse masse di de naro, in parte le stesse pompate nel sistema creditizio dalle banche centrali, stavano spostandosi ver so le obbligazioni inflation-linked, i titoli che, legando i propri rendi menti all’inflazione europea o dei singoli Paesi, permettono di alzare uno scudo contro l’erosione del va lore reale del proprio capitale a cau sa del carovita. Cosa vuol dire? Di per sé l’appetito per questi prodot ti potrebbe essere una buona noti zia: i titoli inflation-linked sono un termometro (parziale) delle aspet tative sui prezzi e quindi, in questo momento, della crisi. Chi può com pra perché crede nella ripresa che porterà con sé una pressione sui prezzi. In realtà nel brevissimo ter mine la «scommessa» è stata persa visto che proprio in luglio — co m’è stato certificato da Istat e Euro stat — il tasso che misura la veloci tà di crescita dei prezzi si è appiatti to sullo zero. Ma il mercato vive di aspettative. E dunque sia le emis sioni del Tesoro, i «BTP¤i» come vengono classificati i Buoni polien nali legati all’inflazione europea, sia quelli francesi, gli Oat, stanno vivendo una seconda giovinezza dopo mesi di disaffezione da parte dei risparmiatori.

La comprensione di questi pro dotti non è immediata perché sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole semestrali sono rivalutate in continuazione sulla base dell’andamento dell’inflazione europea (l’indice armonizzato dei prezzi al consumo nell'area dell'euro con l’esclusione del tabacco è reperibile alla pagina http://euro pa. eu.int/comm/eurostat). E pro prio per questo è stato deciso di in dicare il rendimento reale. Così il BTP¤i con scadenza 15 settembre 2012 (guarda tabella) ha un rendi mento dell’1,85% reale cioè ricalco lato sul potere di acquisto che si modifica con i prezzi.

Sul mercato esistono anche del le emissioni corporate, cioè emes se da privati: in questo caso, pren dendo come esempio uno dei titoli corporate più liquidi cioè l’emissio ne Mediobanca con scadenza 2013, il rendimento è di un punto percen tuale superiore all’inflazione italia na. Esistono altre emissioni (San Paolo, Unicredit) ma con minore li quidità. Anche i risparmiatori non pro­fessionali possono accedere al mer cato secondario sul Mot con un ta glio minimo di mille euro - o multi plo - ricordando che il valore del titolo a scadenza non può scendere sotto il valore nominale (100) e che come nel caso degli altri Btp non sono previste commissioni a vantaggio delle banche (in pratica le paga il Tesoro).

Ma a conti fatti come capire se vale la pena di acquistarle o meno? Come ogni qual volta si parla di in vestimenti, mercati e finanza, nes suno può prevedere con esattezza dove andranno gli indici: l’econo mia non è una scienza perfetta o, come dicono alcuni, è un mondo dove la mela di Newton qualche volta arriva a terra, qualche altra volta no. E la crisi attuale lo ha di mostrato ampiamente. Esistono pe rò delle tabelle Bloomberg che met tendo a confronto i rendimenti dei titoli a rendimento fisso (che impli citamente difendono dal pericolo di deflazione) con quelli indicizza ti all’inflazione permettono di capi re almeno la 'soglia' di convenien za. In pratica se i prezzi a un anno cresceranno di oltre lo 0,4% allora ne sarà avvantaggiato chi ha acqui stato gli inflation-linked . A 3 anni il valore soglia diventa 1,4 (all’an no), a 5 anni 1,58%. E così via.

Insomma, a meno di non voler seguire le mutevoli aspettative del mercato bisognerebbe avere una sfera di cristallo. Ma questo non vuol dire che non siano utili: i con sigli degli esperti sono infatti di in vestire solo una parte del proprio portafoglio in titoli di questo gene re qualora ci sia un consensus gene rale (come adesso appunto) sulla ripresa dell’economia con frizioni sui prezzi. E, in ogni caso, visto che il 75% del mercato cash si muove sulle obbligazioni (di cui i titoli in dicizzati all’inflazione sono una ri dottissima parte) va ricordato che il miglior interprete delle aspettati ve di ripresa rimane la curva dei rendimenti dei titoli governativi a tasso fisso come i Bund tedeschi.


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