12/11/09

La finanza, parte 9: investimenti aziendali e la loro gestione finanziaria: investimenti in beni strumentali

INTRODUZIONE

Gli investimenti aziendali rappresentano l'impiego delle risorse finanziare acquisite dall'impresa. Essi si suddividono principalmente in due gruppi:
  • Investimenti in beni strumentali o attività fisse, come macchinari, impianti;
  • Investimenti in circolante lordo: crediti, magazzino, tesoreria.
LA GESTIONE FINANZIARIA DEGLI INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI

Gli investimenti in beni strumentali riguardano i mezzi di produzione che poi l'azienda andrà ad utilizzare al fine di produrre.
Le fasi caratterizzanti gli investimenti in beni strumentali sono due:
  • Una prima fase di esborso del patrimonio per l'acquisto dei macchinari
  • Una seconda fase in cui si hanno entrate monetarie in seguito non alla vendita dei macchinari acquistati in precedenza (detta "realizzo diretto"), ma dei prodotti che sono stati fabbricati grazie a quell'investimento (detta "realizzo indiretto").
Questi investimenti vengono effettuati in base agli obiettivi che l'azienda si è posta. Da questi si possono rilevare varie categorie di investimenti:
  • Investimenti di sostituzione: la produzione e la produttività rimangono le stesse, si rinnovano solamente i macchinari;
  • Investimenti di razionalizzazione ed ammodernamento: mirano ad incrementare la produttività dei processi produttivi, con la sostituzione di beni strumentali a vantaggio di alti più efficienti dal punto di vista economico;
  • Investimenti di espansione: si vanno ad aggiungere altri macchinari a quelli esistenti
  • Investimenti strategici: mirati allo sviluppo futuro dell'impresa.
I criteri di scelta della valutazione dei singoli progetti di investimento si suddividono in criteri aritmetici, che non tengono conto del differente valore che i flussi di investimento e recupero assumono in diversi periodi di tempo, e criteri finanziari, che invece si basano sull'attualizzazione dei flussi. Il fondamento logico è rappresentato dalla formulazione di un giudizio di redditività riferibile al corrispondente capitale investito.

I criteri artimetici sono:
  1. Metodo del tempo di recupero o pay back period: ogni singolo progetto viene valutato in base al tempo in cui il capitale impiegato viene reintegrato attraverso i flussi monetari derivanti la gestione e l'utilizzo dell'investimento;
  2. Metodo del R.O.I. o metodo del tasso annuale medio (t.a.m..): i progetti sono valutati dividendo il rendimento medio annuo per l'investimento iniziale, ottenendo così il rendimento percentuale medio del capitale investito;
I criteri finanziari invece sono:
  1. Present value o metodo dell'eccesso di valore annuale (e.v.a.): i progetti vengono valutati in base al valore attuale dei redditi annui dell'investimento, calcolati ad un certo tasso di attualizzazione. Se l'e.v.a. è positivo, il progetto è finanziariamente accettabile;
  2. Discounted cash flow (d.c.f.) o metodo del tasso interno di rendimento (t.i.r.): i progetti vengono valutati sulla base del tasso di attualizzazione che rende uguale il calore attuale dei redditi annui all'importo dell'investimento iniziale.
Per quanto riguarda gli investimenti in beni strumentali, bisogna aggiungere altri due elementi:
  1. Un'analisi della rischiosità dell'investimento, attraverso l'analisi di sensività (influenza di ciascun elemento sulla decisione) , del rischio (analisi della probabilità, chiamato anche "metodo della distribuzione probabilistica", ad esempio dei ricavi) e gli alberi di decisione (per le decisioni più importanti, vanno a valutare tutte le conseguenze di decisioni aggiuntive rispetto a quelle precedentemente concordate);
  2. Il processo inflazionistico in atto: in periodi di forte inflazione, vengono adottati dei "correttivi", come ad esempio la correzione dei vari redditi annui, a cui poi vanno applicati i vari metodi.




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