Vi sono diversi metodi di configurazione dei costi variabili industriali. Noi andremo ad analizzare i più utilizzati:
• Costi medi ponderati (di periodo e d’acquisto)
• Costi FIFO
• Costi LIFO (LIFO continuo e a scatti)
Prendiamo come esempio di applicazione dei vari metodi queste movimentazioni:
DATA | ACQUISTI | PRELIEVI | PREZZO ACQ (in euro) |
15/1 | 14500 | | 0.215 |
25/3 | 18000 | | 0.222 |
15/5 | | 18000 | |
25/6 | | 16000 | |
20/10 | 7000 | | 0.234 |
10/10 | | 14000 | |
20/11 | 5800 | | 0.260 |
15/12 | 6200 | | 0.245 |
Le rimanenze iniziali erano di 10200 unità valutate ad un costo unitario di 0.215€. Alla fine dell’esercizio si avranno in rimanenza 13700 unità di MP.
COSTO MEDIO PONDERATO
Il criterio del costo medio ponderato risolve i problemi di valutazione che hanno le imprese ad elevata produzione di quantità di beni (produzione in serie). Esso è un costo effettivo, calcolato rapportando il prezzo unitario per quantità con la somma delle quantità entrate a magazzino. Questo è il costo medio ponderato d’acquisto; se a queste si aggiungono le rimanenze iniziali, si ha il costo medio ponderato di periodo.
Costo Medio Ponderato d’Acquisto:
Il costo delle rimanenze finali di materie prime sarà:
CMP unitario: (14500 x 0.215 + 18000 x 0.222 + 7000 x 0.234 + 5800 x 0.260 + 6200 x 0.245)/Quantità = 0.23
Costo totale: 13700 x 0.23 = 3137.3
Ipotizzando un valore di mercato delle rimanenze di materie prime pari a 3288, il valore iscritto a bilancio sarà quello calcolato con il CMP d’acquisto.
Costo Medio Ponderato di Periodo
Uguale al precedente, solo che bisogna aggiungere le rimanenze iniziali. Calcolandolo si ottiene:
CMP unitario = 0.226
Costo totale: 13700 x 0.226 = 3096.2
Ipotizzando un valore di mercato delle rimanenze di materie prime pari a 3288, il valore iscritto a bilancio sarà quello calcolato con il CMP d’acquisto