Il capitale a pieno rischio di un'impresa può derivare da apporti di soci, riserve di utili o da altre risorse.
Per quanto diguarda il capitale a pieno rischio apportato da soci ci si riferisce dai differenti titoli a seconda della forma giuridica dell'impresa. Nel caso di imprese avente la forma di società per azioni (SPA) i titoli sono rappresentati dalle azioni che danno diritti di partecipazione e diritto di voto nell''assemblea degli azionisti, ai dividendi e ad una quota proporzionale del capitale residuo di liquidazione.
L'ordinamento giuridico italiano prevede diverse categorie di azioni con le seguenti caratteristiche:
- Azioni ordinarie: devono essere di eguale valore e conferire eguali diritti ai loro possessori; non possono essere emesse ad un valore inferiore al loro valore nominale
- Azioni privilegiate: stabiliscono una priorità nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale in caso di liquidazione della società; esse poi danno il voto solo nelle assemblee straordinarie e non devono superare la metà del capitale sociale. Queste azioni vengono emesse per incrementare i mezzi acquisiti dall'impresa con il vincolo del capitale a pieno rischio mantenendo equilibrati gli equilibri di potere all'interno dell'assemblea ordinaria degli azionisti.
- Azioni di risparmio: molto simili alle azioni privilegiate, ma possono essere emesse solo dalle società quotate in borsa; hanno due privilegi: 1) rispetto alla ripartizione degli utili fino alla concorremza del 5% del valore nominale medesimo; 2) l'utile deve essere distribuito in modo che le azioni di risparimo ottengano un dividendo complessivo maggiorato del 2% rispetto alle azioni ordinarie.
L'emissione delle azioni può avvenire in fase di costruzione di una società oppure in occasione di aumenti di capitale (come successo ad Enel a giugno).
Il capitale a pieno rischio può derivare anche dalle riserve di utili: esse rappresentano le quote di utili che l'impresa nei vari esercizi ha accantonato sotto varie denominazioni (avanzo utili, riserva legale etc etc). L'ammontare dei dividendi deve esmprimere per gli azionisti un tasso di rendimento soddisfacente degli apporti effettuati.
Per concludere, l'impresa è un soggetto passivo d'imposta ed è tenuta al pagamento di impostein base al reddetio d'esercizio; tali imposte sono:
- I.R.Pe.F. (imposta sul reddito delle persone fisiche) che è progressima e si applica alle imprese imdividuali e ai soci delle società di persone;
- I.R.Pe.G. (imposta sul reddito delle persone giuridiche) che si applica alle società capitali nella misura del 37% del reddito fiscale;
- I.L.O.R. (Imposta locale sul reddito) che si applica a tutte le imprese nella misura del 16.2% del reddito fiscale.