07/03/10

La legge bancaria del 1936 e il Testo Unico Bancario del 1993


La legge bancaria emanata nel 1936 è una di quelle che, nonostante non sia più attiva da anni, ancora oggi influenza il sistema finanziario italiano, in senso negativo.

C?è da dire che il nostro sistema finanziario veniva da un periodo di grave instabilità culminato con il fallimento del BANCO DI ROMA e della BANCA ITALIANA DI SCONTO (banche miste che potevano anche investire in imprese) all'inizio degli anni '20.

Nel 1926 le banche sono state estromesse dalla disciplina del codice di commercio per dotarle di uno status e di una disciplina speciale. Da quel momento l'attività bancaria deve essere autorizzata.

La legge del 1936 fissa "paletti e steccati" all'autonomia strategica delle banche:

SPECIALIZZAZIONE TEMPORALE

  1. Le Banche (Aziende) di Credito Ordinario possono operare solo su scadenze fino ai 18 mesi;
  2. Gli Istituti di Credito Speciale operano solo su scadenze superiori a 18 mesi. Essi si finanziano o con le Banche di Credito Ordinario (attraverso finanziamenti a breve termine, obbligazioni e/o partecipazioni), oppure sui mercati. Possono anche finanziare le imprese.
In pratica si era davanti ad una situazione del genere:

C/C------> B(A).C.O.----------->IMPRESE E PRIVATI (fin. a breve)

B(A).C.O.----->I.C.S.---------> IMPRESE E PRIVATI (fin. a m/l termine)

In sintesi, mentre oggi si parte dalla raccolta a breve, si passa per la banca, e poi si ha l'impiego a medio/lungo termine (con un passaggio solo, un solo intermediario), una volta al posto della sola banca avevamo le Banche di Credito Ordinario che finanziavano gli Istituti di Credito Speciale e solo dopo si aveva l'impiego a medio/lungo termine.
Questa doppia intermediazione per la trasformazione delle scadenza comportava dei costi maggiori e tempi più lunghi.


SPECIALIZZAZIONE OPERATIVA

Riguarda gli Istituti di Credito Speciale, che vennero specializzati nel settore agrario, fondiario ed industriale.

SPECIALIZZAZIONE ISTITUZIONALE

Riguarda l'assetto proprietario del sistema bancario:
  • Istituti di Diritto Pubblico: formazione di Banche di Stato. Dopo la crisi degli anni '20 lo Stato diventa banchiere ed imprenditore. Esempi di Banche statali solo il Banco di Napoli, Il Banco di Sicilia, la San Paolo, la BNL e il Monte Paschi di Siena.
  • Banche di interesse nazionale: sono banche controllate dall'IRI (e quindi indirettamente controllate dallo Stato). Esempi sono Il COMIT, il CREDIT, il Banco di Roma, le CR (casse di risparmio), le Banche Popolari, le Casse di Credito Cooperativo.

DIVIETO DI FINANZIARE IL SISTEMA PRODUTTIVO MEDIANTE L'ACQUISIZIONE DI PARTECIPAZIONI

Questo divieto è rimasto attivo fino agli anni '80, quando vennero introdotti i SIF (che erano sostenuti dalle banche). Erano una sorta di "Merchant Bank" che doveva acquistare partecipazioni delle imprese. Fu un totale fallimento.

PRINCIPIO DELLA VIGILANZA STRUTTURALE

Il controllo è fatto dalla Banca d'Italia (controllo autorizzativo discrezionale).

CONSEGUENZE DELLA LEGGE BANCARIA DEL '36

  • Sistema Finanziario "Bancocentrico": regolava solo le banche;
  • Deterioramento funzionale del Sistema Bancario: l'operatività delle banche è uscita dal mercato in quanto 2/3 del sistema bancario era pubblico (con conseguente non ricerca del profitto) e in questo modo non vi era un regime di concorrenza.
Nel 1977 (in Italia nel 1994) poi si ha la prima emanazione della Direttiva Europea dell'intermediazione delle banche. Essa non era per niente buona per l'Italia poichè le nostre banche non erano efficienti a causa dei costi più alti, e quindi erano fuori mercato, e le banche estere erano molto più grandi, con utili anche di 5-10 volte superiori delle nostre banche, e quindi c'era il pericolo che le stesse banche italiane venissero acquisite dalla banche estere.

A causa di questi motivi, la legge del '36 fu abrogata dal DlgS N. 385 1993, chiamato Testo Unico Bancario (TUB)

IL TESTO UNICO BANCARIO

Grazie al TUB il sistema finanziario italiano subisce delle modifiche:
  • Vengono meno "i paletti e gli steccati" imposti dalla legge del '36;
  • Si creano le condizioni per un modello di banca universale;
  • Vi è una progressiva uscita del soggetto pubblico dalle banche (esse devono operare come un'impresa);
  • Si attua un processo di concentrazione bancaria, ovvero "fusioni ed acquisizioni fra banche". Basti pensare che ci sono state 439 operazioni di fusione ed acquisizione, e che nel 1990 in Italia c'erano 1156 banche, mentre oggi solo 657, di cui 81 gruppi e 422 BCC( Banche di Credito Cooperativo).

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