09/07/09

Da dove viene e dove va poi a finire il reddito nazionale???

INTRODUZIONE

Il PIL di una economia, cioè la produzione di beni e servizi, dipende dalla quantità di fattori di produzione di cui dispone e dalla sua capacità di trasformare questi fattori, rappresentata dalla funzione di produzione.
  • I fattori di produzione sono i fattori utilizzati per produrre beni e servizi: i due più importanti sono il capitale (K), cioè tutti gli strumenti, i mezzi e i macchinari utilizzati per produrre un bene e il lavoro (L), ovvero il tempo che gli individui dedicano ad attività produttive.In questo caso (che fa comprendere meglio il ragionamento) si ipotizza che il lavoro e il capitale siano quantità date, cioè che siano quantità fisse e che essi siano completamente utilizzati.
  • Gli economisti descrivono la tecnologia (che determina il volume di produzione) disponibile come una funzione di produzione Y=F(K,L) dove Y è il volume di produzione. Essendo K,L fisse, di conseguenza anche Y è fissa.
LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NAZIONALE FRA I FATTORI DI PRODUZIONE

Il prezzo pagato per un fattore di produzione dipende dalla domanda e dall'offerta per i suoi servizi: la curva di domanda è negativa, la curva di offerta è verticale (fattori costanti), il prezzo è determinato dall'intersezione fra le due curve.

Le imprese concorrenziali hanno come obiettivo la massimizzazione del profitto, che è dato da:
Profitto= Ricavo-Costo del Lavoro-Costo del Capitale--->PY-W(salario per numero di ore lavorate)L-RK(rendita del capitale R per quantità di capitale K)
sostituendo viene PF(K,L)-WL-RK

Le imprese utilizzano il lavoro nella misura in cui il prodotto marginale del lavoro (PML) è uguale al salario reale
PML=F(K,L+1)-F(K,L)
Siccome il profitto è dato dal ricavo aggiuntivo meno il costo aggiuntivo PML*P-W (con P=prezzo), e siccome che PML*P deve essere al massimo uguale a W (non conviene sennò per l'impresa assumere nuova forza lavoro), si può scrivere che:
PXPML=W...ovvero PML=W/P con W/P che è il salario reale, ossia la remunerazione misurata in unità di prodotto invece che in unità monetarie.

Analogamente, utilizzano il capitale nella misura in cui il prodotto marginale del capitale (PMK) egualia la sua rendita reale.
Facendo gli stessi passaggi si arriva a definire il PMK come R/P, ossia la rendità reale del capitale (ossia la rendita misurata in unità di prodotto invece che in unità monetarie).

LA DETERMINAZIONE DELLA DOMANDA DI BENI E SERVIZI

Analizzando un modello di economia chiusa esistono tre possibili impieghi della produzione aggregata:le tre componenti del PIL sono quindi
Y=C+I+G (essendo chiusa, X è nulla)
  • I Consumi sono dati dal reddito disponibile dei consumatori, ossia la parte di reddito residuo dopo la corresponsione delle imposte (tasse) T definite dallo Stato: C=C(Y-T) ---> funzione di consumo. La PMC (propensione marginale al consumo) è definita come la variazione del livello di consumo che si verificaa fronte di una variazione unitaria del reddito disponibile.
  • Gli investimenti dipendondo dal tasso d'interesse, cioè dalla misura del costo delle risorse necessarie per finanziarne l'acquisto: se il tasso di interesse aumenta, meno progetti d'investimento sono proffitevoli e la quantità di beni d'investimento diminuisce (esempio mutuo: + è alto il tasso di interesse, tanto più elevate sono le rate di rimporso di un mutuo). Il tasso di interesse si suddivide in nominale (quello riportato sui giornali e sui contratti e corrisponde a quello che l'investitore deve pagare) e reale (tasso di interesse depurato dall'inflazione): I=I(r) dove r è i ltasso di interesse reale
  • La spesa pubblica può essere 1) uguale alle imposte meno i traferimenti (essi fanno aumentare il reddito, che diventa uguale a Y-T, con T uguale a imposte meno trasferimenti), quindi G=T, e lo Stato avrebbe un bilancio in pareggio, 2) G>T e lo Stato avrebbe un disavanzo di bilancio, che deve eessere finanzioato con l'emissione di titoli di stato sul mercato finanziario, 3) G


IL COMPORTAMENTO DEL TASSO DI INTERESSE

Il tasso di interesse reale si aggiusta in modo da equilibrare la domanda e l'offerta del prodotto aggrefato dell'economia (per garantire l'equilibrio fra l'offerta di fondi mutuabili, cioè i lrisparmio, e la domanda di fondi mutuabili, cioè gli investimenti). Una diminuzione del risparmionazionale, che può essere provocata da un aumento della spesa pubblica o da una diminuzione delle imposte, riduce la quantità da equilibrio degli investimenti e di conseguenza fa aumentare il tasso di interesse. Anche un aumento della domanda di investimenti, che può essere provocata da una innovazione tecnologica o da un incentivo fiscale, induce un aumento del tasso d'interesse. Un aumento della domanda di investimenti fa aumentare la quantità di essi sole se un più elevato tasso d'interesse stimola gli individui a risparmiare di più.


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