11/07/09

La disoccupazione: da che cosa dipende, quali sono le cause come si potrebbe risolverla

La macroeconomia studia la disoccupazione con l'obiettivo di individuarne le cause e definire i provvedimenti di politica economica per cercare di risolverle.
Ogni giorno ci sono lavoratori che perdono il proprio lavoro e disoccupati che trovano lavoro: definiti L la forza lavoro, O il nuomero degli occupati e D il numero dei disoccupati, si avrà che
L= O+D

Il tasso di disoccupazione è dato da D/L (moltiplicato per 100 se in percentuale)
Mantenendo costante la forza lavoro, ci si concentra sulle transizioni che tutti i mesi vedono alcuni individui perdere lavoro e altri invece ottenerlo.
Si definiscano con s il tasso di separazione dal lavoro (occupati che diventano disoccupati) e con o il tasso di ottenimento del lavoro (disoccupati che diventano occupati).
Se il tasso di disoccupazione non varia, ciò sta a significare che il tasso s è uguale a o:
oD=sO
Si sa che O= L-D, quindi:
sO= s(L-D)

Dividendo entrambi i membri per L si otteniene:
(sO)/L=[s(L-D)]/L------->(sO)/L=[s(L-D/L)
risolvendo per D/L si ottiene
D/L= s/(s+o)

Questa equazione dimostra che il tasso di disoccupazione di stato stazionario D/L dipende dal tasso di separazione s e dal tasso di ottenimento o. Quanto più p elevato s, tanto è più elevato il tasso di disoccupazione; tanto più è elevato o, quanto meno è elevato il tasso.

Come risolvere quindi il problema?

Ogni provvedimento che si vuole adottare al fine di ridurre il tasso di disoccupazione naturale deve tendere ad aumentare il tasso di ottenimento o ridurre il tasso di separazione; analogamente, qualsiasi provvedimento che influenzi il tasso di separazione o il tasso di ottenimento va anche a modificare il tasso di disoccupazione.


LA DISOCCUPAZIONE FRIZIONALE

La disoccupazione frizionale è quella causata dal tempo necessario affinchè un lavoratore trovi un lavoro (mentre cioèè in atto la ricerca di lavoro).
Quando lavoratori fanno domanda di spostarsi da un settore all'altro, questo spostamento è chiamato "spostamento intersettoriale".

Per cercare di combattere la disoccupazione frizionale, i governi si affidano a numerosi provvedimenti:
  • Grazie agli uffici di collocamento diffondono notizie sui posti di lavoro vacanti
  • Programmi pubblici di riclassificazione professionale
Altri provvedimenti pubblici contribuiscono di fatto ad incentivare la disoccupazione frizionale, come il sussidio di disoccupazione, che in sè è una cosa buona, però può avere (e in molti casi è così) effetti negativi: avendo un sussidio, il potenziale lavoratore non si impegna a ricercare un lavoro o in ogni caso è meno incentivato a farlo, di conseguenza questo riduce il tasso di ottenimento.

RIGIDITA' DEI SALARI E DISOCCUPAZIONE STRUTTURALE

Una seconda causa della disoccupazione è data dalla rigidità dei salari, ovvero l'incapacita dei salari di aggiustarsi istantaneamente facendo sì che domanda ed offerta di lavoro si eguaglino.
Se il salario reale è al di sopra del livello di equilibrio fra domanda ed offerta di lavoro, la quantità di lavoro offerta è superiore a quella domandata e le imprese devono in qualche modo razionare i posti di lavoro disponibili tra i lavoratori, di conseguenza il tasso di ottenimento si riduce e aumenta il tasso di disoccupazione. Questa disoccupazione è detta disoccupazione strutturale.


Le tre cause della rigidità salariale sono:
  1. Leggi sul salario minimo, molto poco convenienti, secondo gli economisti, soprattutto per i giovani: avendo un livello minimo sotto cui non si può scendere, le imprese rinunciano ad assumere personale meno qualificato e con meno esperienza (come i giovani) in quanto il salario minimo innalza la retribuzione al di sopra del livello di equilibrio
  2. I sindacati, in quanto spingono a tenere i salari più alti e che, oltre a questo, sono al principale causa di conflitto fra occupati e disoccupati
  3. Il salario di efficienza: questa teoria afferma che più alti sono i salari, più elevate sono le prestazioni dei propri lavoratori (teoria sostenuta ad esempio da Henry Ford), di conseguenza le imprese tengono alti i salari per ridurre i propri costi (riduzione dettata da una maggiore efficienza e presenza del lavoro da parte di propri dipendenti)

La durata di un periodo di disoccupazione è mediamente breve, trattandosi più che altro di disoccupazione frazionale; se invece è di lungo periodo, si ha di fronte una disoccupazione strutturale.
In ogni caso, concludendo, la disoccupazione rappresenta uno spreco di risorse per tutti, in quanto i potenziali lavoratori potrebbero contribuire al reddito nazionale, ma non lavorando (e quindi non avendo uno stipendio) non sono in grado di farlo.

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