Un'imposta si definisce neutrale quando la sua introduzione non modifica la strategia dell'impresa.
T= debito d’imposta complessivo sugli utili della soc.
U = utile della società
Analizzando le scelte delle imprese, mi concentrerò su due in particolare:
- Distribuzione degli utili
- Finanziamento e investimento
In base alla scelta si avranno due tipi diversi di imposte neutrali.
IMPOSTE E DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI
Un’imposta societaria si definisce neutrale nei confronti delle scelte di distribuzione degli utili se il carico fiscale non varia al variare della quota di utili distribuita, cioè se l’imposta per unità di utile NON dipende dalla quota di utili distribuiti.
Vi sono tre modalità principali differenti:
- Doppia imposta
- Integrazione completa
- Credito d'imposta totale
DOPPIA IMPOSTA (METODO CLASSICO)
In questo caso, gli utili U vengono tassati in capo alla società con un'aliquota t detta imposta societaria, e in più vi è una tassazione dei dividendi D (utili al netto dell'imposta societaria) in capo al percettore con un'aliquota tp (imposta personale).
Ponendo:
U = utile della società
UN = utile al netto delle imposte = U(1-t)
d = quota di utili distribuiti sul totale degli utili netti
d = quota di utili distribuiti sul totale degli utili netti
D = dividendi: D = d x UN = d x U (1-t)
t= aliquota d’imposta sulla società
tp = aliquota d’imposta personale
t= aliquota d’imposta sulla società
tp = aliquota d’imposta personale
Il debito complessivo d'imposta a carico della società e del percettore si calcola:
T = tU + tpD ----> T = tU + tp[d x U (1-t)]
Il rapporto T/U si definisce carico fiscale π per unità di utile lordo, ed è pari a:
T/U = π = t + tp[d x U (1-t)]
Questo tipo di imposta non è neutrale perché dπ/dd >0, cioè il debito d’imposta per unità di utile lordo aumenta all’aumentare della quota di utile distribuito.
In particolare:
Se d = 0 (ovvero non si ha distribuzione) allora π = t
Se d = 1 (ovvero si ha una distribuzione totale) allora π = t + tp (1-t)
In particolare:
Se d = 0 (ovvero non si ha distribuzione) allora π = t
Se d = 1 (ovvero si ha una distribuzione totale) allora π = t + tp (1-t)
INTEGRAZIONE COMPLETA
Questo sistema in Italia è applicato alle società di persone, ricondotta semplicemente alla somma dei soci partecipanti e senza capacità contributiva autonoma.
In questo caso, l’utile entra nella b.i. dell’imposta personale indipendentemente dalla sua distribuzione e sulla base della quota di partecipazione nella società.
T = tpU ---->T/U = π = tp
L'onere fiscale per unità di utile è sempre uguale all'aliquota personale, qualsiasi sia la quota dell'utile distribuita. L'imposta è quindi neutrale, per ogni scelta di distribuzione dell'utile.
CREDITO DI IMPOSTA TOTALE
Nel credito di imposta totale, l'imposta sugli utili societari rappresenta un credito nella liquidazione dell’imposta personale. Essa è quindi di fatto applicata solo agli utili non distribuiti. Era usato in Italia per i dividendi da partecipazione azionaria qualificata, e fu introdotto per evitare la doppia tassazione degli utili stessi (vedi sopra). L’imposta pagata dalla società diventa un “acconto” di quella personale.
Questo tipo di tassazione risulta essere neutrale solo quando t = tp. Nel caso in cui questa condizione non si verificasse, essa non è naturale. E' possibile dimostrare (ma non lo faccio) che:
Quando d = 0 (no distribuzione) allora π = t
Quando d = 1 (distribuzione totale) allora π = tp