30/05/10

Ires: Imposte, scelte di finanziamento e investimento

INTRODUZIONE

Una imposta sui redditi si definisce neutrale se questa non influisce sulle decisioni d'impresa se queste non sono modificate in seguito all'introduzione dell'imposta stessa.

L'impresa può finanziarsi mediante debito (obbligazioni) oppure capitale (azioni).

Ponendo come ipotesi che r sia il tasso di interesse di "mercato" (remunerazione ordinaria del capitale) identico per azionisti e obbligazionisti, l'obiettivo è quello di verificare come vengono modificate le scelte di INVESTIMENTO dell’impresa a seconda del tipo di finanziamento e del tipo di imposta sui redditi d’impresa.

Si distinguono quattro passaggi diversi:
  • 1) Assenza di imposte, finanziamento con debito o azioni
  • 2) Imposte sull’utile, finanziamento con debito e piena deducibilità degli interessi passivi
  • 3) Imposte sull’utile, finanziamento con debito e parziale deducibilità degli interessi passivi
  • 4) Imposte sull’utile e finanziamento con azioni.
PUNTO 1

Le ipotesi sono l'assenza di imposte e un finanziamento dell'impresa che può essere o solo con debito, o solo con azioni oppure misto.

Data la formula del profitto:
P = π(I) - §I - rI
dove:
π(I) = rendimento degli investimenti
§I = deprezzamento dei beni d'impresa
rI = oneri finanziari/sull'investimento/costo del capitale
Ipotizziamo che r sia pari ad i se l’impresa si finanzia con debito e a ρ se si finanzia emettendo azioni (con r = i = ρ)

Massimizzando il rendimento degli investimenti si massimizza anche il profitto.
La condizione del primo ordine (C.1°o.) si calcola ponendo uguale a zero la derivata prima del profitto rispetto ad I:
I* (livello ottimale di investimento) t.c. = ∂P/∂I* = 0
C.1°o. = π'(I*) - § = r
con:
r = costo del capitale
π'(I*) - § = rendimento marginale al netto del deprezzamento
In assenza di imposte l’impresa sceglie il livello d’investimento I* che eguaglia il rendimento marginale al netto del deprezzamento al costo del capitale, cioè quello che massimizza il profitto.

PUNTO 2

Ora si ipotizza che venga applicata un'imposta d'aliquota t sull'utile di impresa. La base imponibile dell'imposta sugli utili è ovviamente rappresentata dal profitto P.
Definita
T = t [π(I) - §I - iI]
si avrà che
P = π(I) - §I - iI - T ----> P = π(I) - §I - iI - t [π(I) - §I - iI]

L'impresa sceglie i livello degli investimenti massimizzando il profitto (stessa cosa di prima), quindi
I** = [π(I) - §I - iI] (1-t)

questo a causa della piena deducibilità degli interessi passivi. Questo comporta che il costo dell'investimento:

  • Ante imposta è: iI
  • Con imposta e deducibilità totale è: iI – iIt dove iIt è il risparmio d'imposta dovuto alla piena deducibilità degli interessi passivi

C. 1° ordine = [π(I**) - §] (1-t) = i(1-t)
quindi I** t.c. π(I**) - § = i
cioè I** = I*


Il livello ottimale degli investimenti I** non si è modificato poichè la riduzione del rendimento marginale dovuta all’imposta è pienamente compensata dalla riduzione del costo del capitale dovuta alla deducibilità degli interessi. In questo caso l'imposta è neutrale. Il livello dei profitti netti ovviamente diminuisce.


PUNTO 3

Ipotizzando che sia possibile dedurre solo una quota α degli interessi passivi iI. Se iI è il costo del capitale, si avrà:

  • αiI deducibile (con un risparmio d’imposta pari a αiIt)
  • (1-α)iI non deducibile
Il procedimento è lo stesso solo che avremo al posto di iI αiI.

C. 1° Ordine = [π(I***) - §] (1-t) = i(1-αt)
I*** è t.c. π' (I***) - § = i [(1-αt)/(1-t)] > t

a causa di questo I*** è diverso da I*.

Poiché il rendimento marginale di equilibrio (quello che eguaglia il costo del capitale) è maggiore rispetto a quello iniziale, allora il livello degli investimenti di equilibrio (I***) è minore rispetto al punto 1.

PUNTO 4

Le ipotesi sono che il rendimento degli azionisti sia identico a quello degli obbligazionisti, cioè i = ρ e che la remunerazione degli azionisti non sia deducibile.

Il finanziamento tramite azione è discriminato rispetto a quello con debiti in presenza di piena deducibilità degli interessi passivi.

Mediante dimostrazioni si arriva alla formula finale:

[π' (IAZ) - §] = i/(1-t) > i

Se ne desume che l'imposta non è neutrale, poichè si riduce il rendimento marginale al netto del deprezzamento: per aumentarlo bisogna disinvestire; quindi si riducono gli Investimenti.

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