06/08/10

Politiche attive e politiche passive



L'argomento di questo post è molto spinoso e ci sarebbe da scrivere tantissimo (a modi libro), quindi cercherò in brevissimo di esporre i tratti molto generali degli argomenti di chi sostiene le politiche attive e di chi invece sostiene che esse debbano rimanere passive.

Sommariamente le tesi sono queste:
  • I sostenitori delle politiche attive dicono sia necessaria una stabilizzazione dell'economia e che esse siano l'unica via per ottenerla
  • I sostenitori delle politiche passive dicono invece che le politiche economiche sono lente, vi sono difficoltà ed errori di previsione unite ad una certa ignoranza e aspettative (Critica di Lucas)
Una cosa hanno però in comune le due correnti: la sfiducia verso la politica (quella di governo si intende), in quanto i politici sono incompetenti o male informati, pensano più ai loro interessi che agli interessi del paese (anche solo per doveri elettorali) e, ultimo ma non ultimo, i politici cambiano per via delle legislature e cambiano le idee (ciclo economico e politico).

TESI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE ECONOMICHE

La politica economica può essere condotta in due modi:
  1. Modo Discrezionale: gli eventi e le nuove circostanze vengono fronteggiati dalla politica con interventi giudicati corretti caso per caso, che permette ai policy maker una maggiore flessibilità nella risposta nel caso si shock inattesi
  2. Sulla base di Regole: le politiche che verranno utilizzate per le possibili situazioni saranno annunciate prima dai policy maker che si impegnano a seguirle

REGOLE DI POLITICA MONETARIA

In estrema sintesi, le quattro regole fondamentali della politica monetaria sono:
  • Tasso di crescita del PIL nominale: la crescita dell'offerta della moneta diminuisce se il PIL nominale è superiore alle attese, aumenta se invece il PIL nominale è inferiore agli obiettivi
  • Tasso di crescita dell'offerta di moneta costante: come sosteneva Friedman, per stabilizzare l'economia occorre una crescita lenta e costante della moneta (la critica dice che è vero solo se la velocità di circolazione della moneta è costante)
  • Tasso di inflazione costante: se l'inflazione è superiore agli obiettivi, si riduce automaticamente la crescita di moneta
  • Regola di Taylor: Essa afferma che gli obiettivi sui tassi di interesse sono posti sulla base dell'inflazione e della differenza fra il reddito corrente ed il reddito a livello di pieno impiego (vedi qui). Sulla regola di Taylor tornerò poi fra qualche tempo.

Le politiche monetarie devono essere però credibili, e questa credibilità è data anche dall'indipendenza che ha la banca centrale che annuncia le regole e gli interventi da farsi. Indipendente perchè in questo modo non ha pressioni esterne (o meglio dire ne ha meno) che possano influenzare le sue scelte.

TESI A FAVORE DELLE POLITICHE PASSIVE

Sempre in sintesi, le tesi a favore delle politiche passive possono essere individuate in:
  • Ritardi della politica economica, che possono essere: interno (tempo che intercorre fra lo shock, la sua identificazione e l'entrata in vigore dell'intervento, ovvero l'attuazione politica) oppure esterno (tempo che intercorre fra l'attuazione della politica e i suoi effetti). Aggiungo che queste politiche, a causa dei ritardi, vengano attuate in un contesto già mutato, e quindi vadano solamente a danneggiarlo
  • I ritardi fanno sì che le politiche vengano attuate sulle previsioni economiche, fatte con indicatori e modelli, che possano prevedere il valore delle variabili endogene sulla base del valore dei dati esogeni (come il valore dell'oro, del tasso di cambio o del petrolio)
  • Critica di Lucas: essa sostiene che relazioni tra parametri che sembrano rimanere stabili, come per esempio l'apparente relazione tra inflazione e disoccupazione, cambiano in funzione di cambi della politica economica
  • Politiche errate aumentano la volatilità di reddito e disoccupazione




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