07/08/10

Varie interpretazioni del deficit e del debito pubblico

Il deficit pubblico è di grande attualità di questi tempi a causa della crisi. Ho già parlato di questo argomento qualche mese fa in questo post. Oggi vorrei ampliare un po' i concetti già espressi.


Prima di tutto, il deficit non dipende solamente dalla politica fiscale, in quanto risponde endogemente a ciò che succede al mondo macroeconomico e non: in poche parole, risponde in base a che tipo di fase si sta attraversando, se recessiva o espansiva.

Ovviamente, il deficit aumenterà in fase di recessione e calerà nelle fasi espansive, in quanto le tasse in entrata cambieranno al variare delle due fasi (minori in recessione, maggiori in espansione), essendo esse collegate al reddito, che sarà più alto se l'economia va bene, e più basso quando invece va male.
Questo va quindi ad incidere sul valore del deficit, rendendolo meno interpretabile e prevedibile, e rende più difficile il lavoro dei governi per mantenerlo sotto controllo.

INTERPRETAZIONI DEL DEBITO PUBBLICO

Ci sono varie correnti di pensiero a riguardo del debito pubblico e del deficit. Vediamo di sintetizzare un po' il tutto mettendo le tre che abbiamo visto:
  • Tradizionale: una diminuzione di T (entrate fiscali) e quindi un aumento del deficit comporta una riduzione del risparmio S. Questo fa si che l'offerta di fondi mutuabili diminuisca provocando un aumento del tasso di interesse r e un crollo degli investimenti I(r).
  • Keynesiana (in economia aperta): una diminuzione di T una diminuzione di T (entrate fiscali) e quindi un aumento del deficit comporta una riduzione del risparmio S, e D viene finanziato con debito estero. NX(e) cala e si crea un disavanzo delle partite correnti. Nel lungo periodo poi aumentano i prezzi P e il reddito cala fino al livello potenziale.
  • Ricardiana: una riduzione delle imposte è finanziata con emissione di debito pubblico. Prima o poi il governo però dovrà restituirlo (con gli interessi), e quindi alzerà di nuovo le tasse per finanziarsi. In poche parole, una riduzione di tasse oggi è uguale ad un aumento delle tasse in futuro. Il consumo sarà quindi invariato, poichè il reddito aumenterà ora, ma poi successivamente diminuirà. La ricchezza dei consumatori però, potrà crescere solamente se ad un taglio delle tasse ci sarà anche un taglio della spesa pubblica, così che vada a compensare il mino introito fiscale. Questa equivalenza non funziona se i consumatori sono miopi e non perfettamente razionali, esistono dei vincoli all'indebitamento e se il debito verrà ripagato dalle generazioni future
Oltre a queste tre ci sono altre interpretazioni e analisi di cosa comporta un debito pubblico alto:
  • Effetto spiazzamento: se una parte dei risparmi privati finisce col finanziare il debito pubblico, si sottraggono risorse agli investimenti privati.
  • Controllo del debito: se il debito pubblico non è controllato e cresce troppo, questo causerà un calo della fiducia dei sottoscrittori dei titoli sulla capacità dello Stato di pagare gli interessi e di restituire il capitale. Il risultato sarà un incremento dei tassi di interesse (come è successo per l'Italia).
  • Dimensione internazionale: peggioramento delle partite correnti (come abbiamo visto NX cala), fughe di capitali a causa del timore di default (come in Argentina e quasi in Grecia) e riduzione del peso politico nelle relazioni



LinkWithin

Related Posts with Thumbnails