29/01/11

Introduzione alla Localizzazione



L’attività economica nasce, cresce e si sviluppa nello spazio. I diversi soggetti economici scelgono quindi la propria localizzazione.
Le risorse produttive e i mercati sono distribuiti in modo disomogeneo sul territorio (alta concentrazione o elevata dispersione). Il disequilibrio nella distribuzione geografica delle risorse e delle attività economiche implica differenti capacità di controllo sullo sviluppo, differenti livelli di ricchezza e di benessere, oltre ad una differente remunerazione ed impiego dei fattori produttivi.

Lo spazio è fonte di vantaggi e svantaggi di natura economica.

La teoria della localizzazione studia i meccanismi economici sottostanti la distribuzione delle attività nello spazio. In essa il concetto di spazio è puramente geografico: si definisce infatti uno spazio fisico-metrico (influisce sui costi di trasporto e condiziona le scelte localizzative di spartizione del mercato).
Essa spiega la distribuzione delle attività nello spazio analizzando i fattori che influenzano la localizzazione delle singole attività.



I modelli della teoria si basano su logiche differenti:

1. Massimizzazione dei Profitti (identificano le aree di mercato delle imprese)
2. Minimizzazione dei Cosi (interpretano la scelta localizzativa delle imprese)
3. Accessibilità del mercato finale (identificano le aree di produzione)


1) Modelli che hanno l’obiettivo di individuare le aree di mercato delle imprese agricole, ovvero la suddivisione di un mercato spaziale tra i diversi produttori sulla base dell’ipotesi si una domanda omogeneamente distribuita sul territorio e una scelta localizzativa puntiforme dell’impresa. La logica è ottenere la massima rendita riducendo i costi di trasporto. Un esempio è la teoria di Von Thunen (localizzazione delle attività agricole)
2) I modelli di localizzazione si distinguono sulla base delle ipotesi sulla struttura spaziale della domanda e dell’offerta che rispecchiano gli obiettivi perseguiti. Essi interpretano la scelta localizzativi dell’impresa nell’ipotesi di un mercato finale e delle materie prime puntiformi a localizzazione data: la scelta localizzativa si basa su una logica di minimizzazione dei costi d trasporto tra localizzazioni alternative. Un esempio è la teoria della localizzazione industriale di Webber.
3) Modelli che hanno l’obiettivo di individuare i sistemi urbani (organizzazione spazio urbano attraverso la distribuzione della popolazione e i fornitori dei servizi). La domanda è omogeneamente distribuita nello spazio e si cerca di dimostrare che anche l’offerta è razionale alla fornitura di servizi. La logica è quella di ottenere il massimo profitto. Un esempio è la teoria della localizzazione delle attività terziarie di Christaller (teoria della gerarchia urbana).

Secondo i modelli classici della localizzazione, la produzione si svolge all’interno di imprese intese come scatole chiuse che, ricevuti input, forniscono output in maniera più o meno efficiente.

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